Il Dipartimento del Commercio ha appena comunicato che in base alla sua prima stima il PIL degli USA è cresciuto nel secondo trimestre del 2013 dell’1,7%. Gli economisti avevano atteso una crescita dell’1,1%. Il dato del primo trimestre è stato rivisto al ribasso, da +1,8% a +1,1%. Da notare è che il governo statunitense ha cambiato i criteri con cui misura la crescita economica. Sulla base della nuova metodologia il dato per l’intero 2012 è stato rivisto da +2,2% a +2,8%.
Le spese per consumi hanno rallentato nel secondo trimestre a +1,8% contro il +2,3% del trimestre precedente. Gli investimenti delle aziende in infrastrutture e software sono rimbalzati. Anche le esportazioni hanno registrato una forte ripresa (+5,4). Il loro aumento non è stato però sufficiente a compensare il balzo delle importazioni (+9,5%). Le spese da parte del governo federale sono calate dell’1,5%.
Il PCE core, l’indicatore più seguito dalla Federal Reserve per monitorare l’inflazione, è aumentato dello 0,8%. Si è trattato del più modesto aumento da quasi tre anni. La banca centrale statunitense tollera, non ufficialmente, un aumento dell’inflazione su base annua tra l’1% ed il 2%.