Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha tagliato per la quarta volta dall’inizio dell’anno le sue previsioni di crescita. L’organizzazione con sede a Washinghton prevede ora per il 2013 un aumento del PIL globale del 2,9% e per il 2014 del 3,6%. Si tratta di una revisione al ribasso rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2% rispetto a quanto indicato a luglio.
Nel nuovo “World Economic Outlook“, che verrà pubblicato ufficialmente la prossima settimana, l’FMI avverte che la crescita mondiale è ancora debole e i rischi al ribasso sono diventati più pronunciati. Tra questi l’FMI cita le conseguenze del rallentamento della Cina, della politica monetaria degli USA e di una possibile stagnazione nella zona euro. Secondo l’FMI, inoltre, anche le tensioni geopolitiche potrebbero frenare la crescita.
Per quanto riguarda l’Eurozona l’FMI sottolinea che è fondamentale rafforzare l’unione monetaria. Per l’FMI soprattutto l’unione bancaria sarà cruciale e dovrà comprendere una meccanismo unico di supervisione e risoluzione delle crisi. I tecnici di Washington invitano ancora una volta la BCE a valutare un ulteriore supporto di politica monetaria.
A preoccupare l’FMI è anche l’esercito di disoccupati. L’FMI prevede che il tasso di disoccupazione resterà a un livello inaccettabilmente elevato in molte economie avanzate e in alcuni Paesi emergenti.
Per l’Italia l’FMI ha confermato di attendersi nel 2013 una contrazione dell’economia dell’1,8% e nel 2014 una crescita dello 0,7%. Le previsioni dell’FMI sono peggiori di quelle del governo italiano. Proprio ieri l’esecutivo di Enrico Letta ha rivisto al ribasso le sue stime per il 2013 da -1,3% a -1,7% e per il 2014 da +1,3% a +1%.
In Italia il numero dei senza lavoro dovrebbe rimanere a dei livelli record. L’FMI si attende che il tasso di disoccupazione salirà dal 10,7% del 2012 al 12,6% nel 2013. Nel 2014 ci dovrebbe essere solo un leggero calo al 12,4%.
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