Dalla Newsletter di Borsainside dello scorso 9 dicembre:
La stragegia di investimento “Buy and Hold“, ovvero compra e tieni, è da tempo fuori di moda. Gli americani, per esempio, tengono i loro titoli in portafoglio in media solamente per sei-sette mesi. Eppure la pazienza può condurre a dei significativi guadagni. Un recente studio di Bank of America ha mostrato che più a lungo si tiene un’azione in portafoglio meno probabile è una perdita. L’analista Savita Subramanian ha osservato che investire nel lungo termine è molto vantaggioso. Secondo Subramanian dalle statistiche sarebbe emerso che una durata dell’investimento di almeno dieci anni è un buon criterio di orientamento.
Il leggendario finanziere Warren Buffett ha acquistato il suo primo pacchetto di azioni di American Express (US0258161092) nel 1964. Il gigante delle carte di credito è fino ad oggi una delle più importanti posizioni nel suo portafoglio. Buffett è entrato nel capitale di Coca-Cola (US1912161007) nel 1988. Da allora non ha venduto una sola azione del primo produttore mondiale di bevande analcoliche. Con questa strategia orientata al lungo termine Buffett è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo. Il capitale proprio della sua holding, Berkshire Hathaway (US0846701086), è aumentato, per mezzo secolo, di circa il 20% all’anno.
Due semplici impiegate fanno milioni
Non solo specialisti come Buffett hanno potuto accumulare un importante patrimonio con la strategia “Buy and Hold”. Due casi sono diventati particolarmente famosi nella stampa specializzata statunitense.
Anne Scheiber era impiegata all’ufficio delle imposte di New York. Durante i controlli fiscali notò che i cittadini più benestanti possedevano degli immensi portafogli di azioni. Decise quindi di aprire un proprio portafoglio. Acquistò blue chip come il gigante farmaceutico Bristol-Myers Squibb (US1101221083) e PepsiCo (US7134481081). Quando morì nel 1995, all’età di 101 anni, il suo patrimonio ammontava a $22 milioni. Scheiber aveva registrato un rendimento medio annuo del 22%.
Grace Groner è stata impiegata come segretaria presso il gruppo farmaceutico Abbott Laboratories (US0028241000) per 43 anni. Le fondamenta per il suo patrimonio le gettò nel 1935, quando acquistò tre azioni del suo datore di lavoro per $60 a pezzo. Groner non le toccò più fino alla sua morte, nel gennaio del 2010. Grazie ai molti split e del reinvestimento dei dividendi era riuscita ad accumulare una fortuna di più di $7 milioni. Le storie di Anne Scheiber che Grace Groner sono diventate note perchè entrambe hanno lasciato il loro patrimonio in beneficenza a delle università. Non a caso si tratta di donne. Diversi studi hanno mostrato che le rappresentanti del gentil sesso sono negli investimenti più pazienti e avverse al rischio degli uomini.
Il successo di persone come Anne Scheiber e Grace Gronersi si basa su diversi fattori. Da una parte risparmiano i costi di transazione e eventuali imposte. Dall’altra, rinunciando al trading, evitano il rischio di sovrastimare le proprie capacità, un fenomeno molto diffuso tra gli investitori.
Terrance Odean e Brad Barber, due ricercatori dell’Università di Berkeley, hanno analizzato l’andamento dei portafogli di 78.000 americani nel periodo 1991-1996. Il risultato: “L’eccesso di confidenza può spiegare le frequenti transazioni e la conseguente debole performance di alcuni investitori. La nostra conclusione è che il trading danneggia il loro patrimonio”. Dall’analisi dei due docenti è emerso che ci sono casi isolati di trader che hanno successo, la loro maggioranza ottiene però cattivi risultati.
Come trovare le giuste aziende
La strategia “Buy and Hold” si può paragonare ad un buon cognac. Più a lungo soggiorna in botte, più diventa pregiato. Solo dopo decenni si evolve il tipico aroma. Per le azioni abbiamo nel tempo un effetto leva derivante dall’interesse composto.
La difficoltà maggiore è naturalmente trovare i giusti titoli per avere ottimi rendimenti nel lungo termine. Un buon punto di partenza è il passato. Bisogna individuare le aziende che negli ultimi decenni hanno regalato agli investitori i migliori rendimenti. Poi è necessario analizzare le ulteriori prospettive del loro business ed i suoi potenziali rischi nel futuro, almeno nei prossimi dieci anni.
Tutti conoscono per esempio l’eccezionale storia di Apple (US0378331005). Chi avesse acquistato 30 anni fa il titolo avrebbe ottenuto fino ad oggi un rendimento medio annuo del 19,5% (con gli split e con i dividendi reinvestiti). L’azienda della mela è però, a nostro avviso, un investimento non adatto per una stragia “Buy and Hold”. Sono infatti troppi i rischi di lungo termine. Nell’era del digitale i cambiamenti stanno diventando sempre più veloci e drastici. Apple è certamente un’eccellente azienda, ma nei prossimi anni potrebbero venir sviluppati da altre o nuove aziende prodotti che oggi neanche ci immaginiamo. Apple potrebbe perdere il suo ruolo di leader. In uno scenario negativo c’è il rischio dello stesso destino di Nokia (FI0009000681).
I titoli favoriti da Borsainside
Decisamente più adatto all’investitore paziente è Nike (US6541061031). Come Apple il titolo del leader dell’abbigliamento sportivo è salito negli ultimi 30 anni di circa il 20% all’anno (con gli split e con i dividendi reinvestiti). I rischi sono bassi. Difficile pensare che nei prossimi 20-30 anni l’umanità faccia tali progressi da poter rinunciare ai vestiti. Nike domina ormai da tempo insieme ad Adidas (DE0005003404) il settore. Sembra improbabile che ciò possa cambiare, vista la forza nel marchio. Negli ultimi anni Nike ha potuto ulteriormente migliorare la sua posizione di mercato. Le prospettive per il futuro sono eccellenti. Nike dovrebbe infatti beneficiare sensibilmente dell’aumento della popolazione mondiale e del crescente benessere nei Paesi emergenti.
L’investitore non dovrebbe trascurare tuttavia il fattore timing. Un eventuale ingresso all’apice di un mercato toro potrebbe comportare un più basso rendimento nel lungo termine. Ideale è acquistare titoli di elevata qualità, come Nike, nei loro momenti di debolezza.
Un altro dei nostri favoriti è Danaher (US2358511028), già presentato nella newsletter del 27 agosto 2012. Negli ultimi 30 anni il rendimento medio annuo del titolo è stato pari al 23,6%. Continuiamo a credere che Danaher trarra’ vantaggio anche in futuro dell’ampia diversificazione del suo business. Il conglomerato è attivo in cinque segmenti che anche in futuro dovrebbero registrare una solida crescita: strumenti elettronici di misura, diagnostica, ambiente, tecnologie industriali e odontoiatria.
Segnaliamo infine Amgen (US0311621009). Chi avesse investito 30 anni fa nel leader mondiale della biotecnologia avrebbe ottenuto fino ad oggi un rendimento medio annuo di ben il 25,4%. A nostro avviso ci sono delle buone possibilità che una simile performance possa ripetersi nei prossimi decenni. Amgen genera già un giro d’affari di circa $20 miliardi all’anno ed ha un’ampia e promettente pipeline di prodotti in via di sviluppo. Il gruppo potrebbe diventare un giorno il maggiore produttore al mondo di farmaci. I suoi rischi sono però sicuramente più elevati di quelli di Nike e Danaher.
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