La Fed discute sul linguaggio per i tassi, teme la bassa inflazione

Gli esponenti della Federal Reserve hanno discusso lo scorso mese intensamente sul linguaggio da utilizzare per i tassi d’interesse. È quanto emerge dalle minute dell’ultima riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), il comitato esecutivo della Banca Centrale degli Stati Uniti.

Alcuni membri della Fed hanno proposto di eliminare la promessa di mantenere i tassi vicino allo zero “per un periodo di tempo considerevole” ma altri si sono opposti temendo che i mercati potessero interpretare una tale mossa come un segnale di stretta monetaria.

Nella riunione tenutasi il 28 e il 29 ottobre il FOMC ha messo ufficialmente fine al suo terzo programma di allentamento quantitativo con nove voti a favore ed uno contrario. La Fed ha mantenuto il suo linguaggio accomodante relativo ai tassi d’interesse aggiungendo però che la sua politica monetaria dipenderà dal ritmo di crescita dell’occupazione e dell’inflazione.

L’economia degli USA ha di recente accelerato. Il PIL è cresciuto nel secondo trimestre del 4,6% e nel terzo del 3,5%. Il numero dei nuovi occupati è inoltre aumentato di più di 200.000 unità per nove mesi di fila. Non accadeva dalla metà degli anni Novanta.

Gli esponenti della Fed che hanno supportato lo scorso mese la cancellazione della frase “per un periodo di tempo considerevole” volevano porre maggiormente l’accento sulla dipendenza delle decisioni di politica monetaria dai prossimi dati macroeconomici. Altri hanno tuttavia indicato che “la frase è utilizzata adeguatamente nella comunicazione delle intenzioni del comitato” oppure che la Fed potrebbe aggiungere altre parole “per evidenziare la dipendenza delle sue decisioni dai dati”. Un paio di esponenti erano preoccupati che l’eleminazione della frase potesse essere vista come una svolta nell’orientamento di politica monetaria ed avere un impatto negativo sui mercati.

Nonostante l’accelerazione della crescita economica l’inflazione rimane sotto il target del 2%. “La maggior parte dei partecipanti si attende che l’inflazione scenda ulteriormente nel breve termine”, si legge nelle minute. “Gli stessi partecipanti continuano però a prevedere che l’inflazione si avvicinerà nel medio termine al target del 2% della banca centrale”. Altri esponenti della Fed hanno sollecitato di fare maggiormente attenzione ai segnali di un calo delle aspettative di inflazione di lungo termine, “uno sviluppo che sarebbe ancora più preoccupante se la crescita dovesse rallentare”.

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