La decisione dell’OPEC di lasciare invariato il suo livello di produzione ha fatto crollare il prezzo del petrolio. Il future sul WTI con scadenza gennaio ha perso al NYMEX il 10% a $66,15 al barile. Si tratta del più basso livello dal 25 settembre del 2009. Durante l’intera settimana il WTI ha perso circa il 14% e durante l’intero mese il 18%. Era dal dicembre del 2008 che il prezzo del petrolio non registrava a New York un tale declino mensile.
Il future sul Brent con scadenza gennaio ha perso all’ICE il 3,4% a $70,15 al barile. Si tratta del più basso livello dal maggio del 2010. Il benchmark europeo aveva perso ieri più del 6% quando il NYSE era stato chiuso per la festività di Thanksgiving. Il Brent ha perso a novembre il 18% e dall’inizio dell’anno il 37%.
L’OPEC ha deciso ieri di lasciare invariato il tetto massimo della sua produzione di petrolio a 30 milioni di barili al giorno. La notizia ha cancellato le speranze di una riduzione dell’offerta di greggio e mostrato che il cartello è disposto ad accettare prezzi più bassi pur di difendere le sue quote di mercato.
Le quotazioni dell’oro nero scendono ormai da mesi a causa della crescente produzione negli USA e del rallentamento dell’economia globale.
Secondo gli osservatori del settore la decisione presa ieri dall’OPEC punterebbe a colpire i produttori statunitensi di petrolio da scisto. La rivoluzione energetica in atto negli Stati Uniti mette infatti a rischio il predominio del cartello, soprattutto del suo membro più influente, l’Arabia Saudita.
In questo contesto molti esperti si attendono un ulteriore calo dei prezzi. Secondo alcuni analisti il prossimo anno ci potrebbe essere sul mercato petrolifero un surplus di circa 1 milione di barili al giorno.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!