Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi in deciso rialzo. Il future con scadenza febbraio ha guadagnato al Comex il 3,6% a $1.218,10 l’oncia. Si è trattato per l’oro della migliore seduta dal settembre del 2013.
Gli elettori in Svizzera hanno detto no alla proposta di legge presentata al referendum di ieri volta a vincolare la banca centrale ad aumentare le riserve auree e a rimpatriare quelle detenute all’estero. Questo risultato, in parte atteso, ha pesato solo temporaneamente sulle quotazioni del metallo giallo.
A far rimbalzare il prezzo dell’oro sono stati diversi fattori. Innanzitutto la forte ripresa dei prezzi del petrolio. Un greggio più caro tende a far aumentare le aspettative d’inflazione. Di conseguenza cresce l’appeal dell’oro sul mercato.
Moody’s ha tagliato inoltre il rating del Giappone a “A1” indicando le difficoltà che sta incontrando il premier Shinzo Abe a far ripartire l’economia. Anche questa notizia ha fatto riaumentare l’attrattività dell’oro come bene rifugio.
Un altro impulso è arrivato dall’India, insieme alla Cina il maggiore consumatore al mondo di oro. Il governo indiano ha deciso di allentare le restrizioni sulle importazioni del metallo prezioso.
Il prezzo dell’oro ha beneficiato infine dell’indebolimento del dollaro. Il Dollar Index, l’indice che misura il valore del biglietto verde in relazione al paniere delle altre principali valute, è sceso fino a 87,78 punti da 88,22 punti di venerdì. Un dollaro più debole è un fattore positivo per le materie prime denominate in dollari, come l’oro, perchè le rende meno care per chi possiede altre divise.
Anche il prezzo dell’argento ha registrato un forte rimbalzo. Il future con scadenza marzo ha guadagnato il 7,3% a $16,69 l’oncia. Era dal settembre del 2011 che l’argento non metteva a segno un tale rally in una sola seduta.
In ripresa anche platino: +2,5% a $1.241,60 l’oncia. Il palladio ha perso invece lo 0,6% a $808,10 l’oncia.
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