Il dollaro ha preso oggi il volo. Il Dollar Index, l’indice che misura il valore del biglietto verde in relazione al paniere delle altre principali valute, è salito dell’1,3% a 97,65 punti. Si tratta del più alto livello da quasi 12 anni.
Il rapporto sull’occupazione ha rafforzato l’aspettativa dei mercati che la Federal Reserve inizierà presto ad alzare i suoi tassi d’interesse. Gli occupati nel settore non agricolo sono aumentati negli USA a febbraio di 295.000 unità. Gli economisti avevano atteso un aumento di sole 240.000 unità. Il tasso di disoccupazione è sceso inoltre al 5,5%, ovvero ai minimi dal luglio del 2008.
Gli investitori temono ora che la Fed possa eliminare la parola “paziente” dalla forward guidance sui tassi già durante la prossima riunione del suo comitato esecutivo.
Il cambio euro-dollaro ha aggiornato oggi i minimi da 11 anni e mezzo a 1,0883. La moneta unica resta sotto pressione dopo che Mario Draghi ha confermato ieri che la Banca Centrale Europea inizierà lunedì prossimo ad acquistare asset per €60 miliardi al mese. L’allentamento quantitativo durerà fino al settembre del 2016 oppure fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo d’inflazione prossimo al 2%.
Il cambio sterlina-dollaro è sceso di più dell’1% a 1,5081, ovvero ai minimi da un mese. Come scontato la Bank of England ha lasciato ieri i suoi tassi ai minimi storici dello 0,50%.
Il dollaro si è apprezzato infine significativamente anche rispetto allo yen. Il cambio dollaro-yen è salito a 121,44, da 120,14 di ieri. Si tratta del più alto livello dal quattro mesi.