Il Dipartimento del Commercio ha comunicato oggi che in base alla sua seconda stima il PIL degli Stati Uniti è calato nel primo trimestre del 2015 dello 0,2%. Anche gli economisti avevano previsto in media una revisione a -0,7%. La lettura preliminare aveva indicato una crescita dello 0,2%.
A pesare sull’economia statunitense sono stati nei primi tre mesi di quest’anno il maltempo, gli scioperi portuali e l’apprezzamento del dollaro.
Le spese per consumi, il motore della crescita economica degli USA, sono aumentate lo scorso trimestre dell’1,8%, contro il +1,9% della stima preliminare e il +4,4% del trimestre precedente.
Le scorte di magazzino sono state riviste al ribasso, da $110,3 miliardi a $95 miliardi.
Le esportazioni sono calate del 7,6%, contro il -7,2% stimato in precedenza. Le importazioni sono state riviste significativamente al rialzo, da +1,8% +5,6%.
Gli investimenti fissi non residenziali sono calati del 2,8%, contro il -3,4% stimato precedentemente.
Il PCE Core, l’indicatore più seguito dalla Federal Reserve per monitorare l’inflazione, è aumentato dello 0,8% contro il +0,9% della stima preliminare e il +1,1% del trimestre precedente. Si è trattato del più basso aumento dal 2010. La banca centrale statunitense tollera, non ufficialmente, una crescita dell’inflazione su base annua tra l’1% ed il 2%.
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