ETF Securities, uno dei provider indipendenti più importanti al mondo di Exchange Traded Product (ETP), prevede che il dollaro americano seguirà un trend affine a quanto osservato negli anni passati e inizierà il suo declino durante il primo trimestre del 2016. Questa dinamica prepara il terreno per numerose altre asset class: è probabile che l’azionario internazionale sovraperformi le azioni americane e che si rafforzi il sentiment verso i mercati emergenti. I prezzi delle materie prime, inoltre, potrebbero registrare un rialzo.
James Butterfill, Head of Research and Investment Strategy per ETF Securities dichiara: “I tassi di interesse ufficiali delle politiche americane sono destinati ad aumentare. Il balance sheet della Federal Reserve (Fed), tuttavia, non è mai stato così ampio, per questo motivo la maggior parte delle asset class entrerà in acque inesplorate durante il ciclo restrittivo. L’analisi di ETF Securities relativa ai precedenti cicli di rialzo da parte della Fed suggerisce, contrariamente a quanto si potrebbe ritenere, che il dollaro americano potrebbe andare incontro a un sell-off”.
Esiste inoltre il rischio che le banche centrali commettano errori nelle loro politiche. In una simile situazione, un ritorno dell’inflazione potrebbe avvenire più rapidamente di un rialzo dei rendimenti nominali dei Treasury e la forza del dollaro americano potrebbe diminuire. Il modello dell’oro di ETF Securities suggerisce che uno scenario di questo tipo potrebbe portare a sorprese al rialzo nei prezzi dell’oro. I Treasury si trovano in una bolla ma la linea di confine tra la loro natura di asset class e il loro impiego quale strumento di politica non è mai stata così sottile. Le mutevoli dinamiche del mercato obbligazionario rendono difficile comprendere con certezza se assisteremo a un sell-off imponenete, come nel 1994, dove i rendimenti crebbero del 3% in 12 mesi, o se questo sarà più simile a quanto avvenuto nel contesto dei precedenti cicli, dove in media si è registrato un rialzo dell‘1%.
Per quanto riguarda le commodity, emergono i primi segnali di declino sul fronte delle scorte nella maggior parte dei mercati delle materie prime. Le recenti diminuzioni di prezzo potrebbero estendere i già aggressivi tagli alle spese in conto capitale. I deficit nelle forniture emergono approssimativamente due anni dopo che l’aumento dei tagli alle spese ha toccato il minimo. Il prolungato periodo di surplus delle scorte di materie prime è di conseguenza vicino alla conclusione. Storicamente i bassi margini nel settore estrattivo permettono di razionalizzare l’attività di estrazione delle risorse. Con il sentiment degli investitori ai minimi da circa un decennio, qualsiasi variazione nel posizionamento potrebbe generare un rimbalzo deciso del prezzo delle commodiy.
Nonostante le dinamiche degli ultimi cinque anni, le materie prime continuano a giustificare il proprio impiego in un portafoglio diversificato. L’analisi di ETF Securities dimostra che, sia nei portafogli bilanciati che in quelli più votati alla crescita, un’allocazione del 10% nelle commodity favorisce i rendimenti e riduce il tempo necessario alla ripresa dopo un picco, permettendo così alle materie prime di essere un fattore di diversificazione.
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