Il prezzo del petrolio ha esteso oggi il suo rimbalzo iniziato ieri. Il future sul WTI con scadenza marzo ha guadagnato al NYMEX il 9% a $32,19 al barile. Era dallo scorso 27 agosto che la quotazione del greggio quotato a New York non registrava un talo rialzo in una sola seduta. Durante l’intera settimana il WTI è salito del 9,4%.
Il future sul Brent con scadenza marzo ha guadagnato all’ICE il 10% a $32,18 al barile. Anche per il benchmark europeo si è trattato della migliore seduta da agosto. Durante l’intera settimana il Brent è salito di circa il 9%.
Molti investitori sono stati costretti a chiudere le loro posizioni ribassiste sul petrolio. La tendenza al rischio è riaumentata sui mercati finanziari sull’aspettativa che le banche centrali agiranno ancora per sostenere l’economia. Mario Draghi ha ribadito oggi al Forum economico di Davos che la BCE ha molti strumenti a disposizione per intervenire, se dovesse essere necessario. Secondo indiscrezioni di stampa, inoltre, la Bank of Japan starebbe studiando il lancio di nuovi stimoli monetari.
A contribuire al rimbalzo del petrolio è stata anche la speculazione su un forte aumento dei consumi negli Stati Uniti a causa della tempesta di neve che dovrebbe colpire la parte orientale del Paese.