Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi a New York ai minimi da due mesi. Il future con scadenza dicembre ha perso al Comex lo 0,8% a $1.316,50 l’oncia. Si tratta del più basso livello dallo scorso 23 giugno.
A pesare sulla quotazione dell’oro sono stati i segnali da falco arrivati da Stanley Fischer. In un’intervista a Bloomberg TV il vicepresidente della Federal Reserve ha affermato che il mercato statunitense del lavoro è prossimo al pieno regime e che le scelte di politica monetaria vengono decise sulla base dei dati macroeconomici. Le parole di Fischer hanno acceso la speculazione su un possibile rialzo dei tassi d’interesse già a settembre.
Un inasprimento monetario negli Stati Uniti è negativo per l’oro perché riduce i rischi di inflazione e rafforza il dollaro. La valuta statunitense si è apprezzata anche oggi. Il Dollar Index è salito oggi fino a 96,14 punti, da 95,57 punti di ieri. Se il dollaro si apprezza le materie prime denominate nel biglietto verde, come l’oro, diventano meno appetibili per chi possiede altre divise.
Tra gli altri principali metalli preziosi, l’argento ha perso oggi l’1%, il platino il 2,3% e il palladio il 3%.