La maggior parte degli esperti dell’industria petrolifera non si attende che i prezzi del petrolio quoteranno sopra 60 dollari al barile durante i prossimi dodici mesi.
Secondo un’indagine condotta da Bloomberg tra investitori e top manager all’APPEC (Asia Pacific Petroleum Conference) di Singapore, 14 intervistati su 15 prevedono che le quotazioni si muoveranno durante il prossimo anno tra 40 e 60 dollari al barile.
“Il problema è che quando i prezzi salgono troppo velocemente, gli impianti americani iniziano a produrre di più”, ha spiegato un senior trader a Bloomberg. “Le quotazioni continueranno ad oscillare tra 40 e 50 dollari, massimo 55 dollari”, ha aggiunto.
Gli analisti sono stati costretti ancora una volta a rivedere al ribasso le loro previsioni. Gli esperti consultati da Bloomberg hanno indicato di essere stati più ottimisti all’inizio dell’anno, ma l’Iran, l’Arabia Saudita e l’industria statunitense degli scisti hanno sorpreso con una produzione superiore alle attese, impedendo il riequilibrio del mercato.
L’indagine del Wall Street Journal
Da un’indagine separata condotta dal Wall Street Journal presso 12 grandi banche d’investimento sono emersi risultati simili. Gli analisti prevedono che nel 2017 il Brent quoterà in media a 57 dollari al barile. “I fondamentali non giustificano prezzi superiori a 50 dollari”, ha osservato ING. La banca olandese si attende che il Brent resterà nei pressi di 40 dollari al barile anche il prossimo anno.
Quasi tutti gli esperti e le banche d’investimento non si sono lasciati impressionare dalle voci relative ad un possibile congelamento della produzione. La maggior parte degli intervistati ha messo in dubbio la capacità dell’OPEC di raggiungere un accordo, aggiungendo che il suo impatto sui prezzi del petrolio non sarebbe in ogni modo così significativo.
“Ogni volta prima di una riunione dell’OPEC affermano che un congelamento della produzione è una buona idea ma poi escono sempre a mani vuote”, hanno indicato gli esperti di ING al Wall Street Journal. “È evidente – hanno aggiunto – che i produttori sono concentrati a pompare il più possibile”.
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