Il prezzo dell’argento è salito la scorsa settimana significativamente. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato nelle ultime cinque sedute il 5% e chiuso venerdì al NYSE a $19,81 l’oncia. In questo modo l’argento ha fatto decisamente meglio dell’oro che si è apprezzato la scorsa settimana di solo il 2,4%.
I prezzi dei metalli preziosi hanno beneficiato delle espansive politiche monetarie delle banche centrali. Mercoledì scorso la Bank of Japan ha annunciato una strategia più aggressiva per superare la deflazione. Sempre mercoledì la Fed ha lasciato i suoi tassi d’interesse invariati, indicando che il ritmo dei rialzi dei Fed Funds sarà più lento di quanto precedentemente previsto. Le espansive politiche monetarie pesano sui rendimenti dei titoli di Stato, in questo modo sale l’attrattività dei metalli preziosi, che non pagano alcun interesse.
I bassi tassi negli Stati Uniti frenano inoltre il dollaro. Se il biglietto verde è debole le materie prime denominate nella valuta statunitense, come i metalli preziosi, diventano più appetibili per chi possiede altre divise.
Il prezzo dell’argento ha superato la scorsa settimana quota $20,00 l’oncia ma ha ripiegato esattamente sulla resistenza a $20,20. Un superamento di questa barriera farebbe scattare un segnale d’acquisto con primo target a circa $20,70. In seguito la quotazione dell’argento potrebbe salire fino a $21,55. In caso invece di una violazione del supporto a $18,50 ci sarebbe il rischio di una discesa fino a $17,80 – $18,00.
Dall’inizio dell’anno l’argento si è apprezzato del 43,6%, contro il +26,6% registrato dall’oro. Il rally ha messo le ali ai titoli dei produttori del metallo. Coeur Mining (CDE) ha guadagnato nel 2016 il 406,5%, Pan American Silver (PAAS) il 173,7%, Silver Standard Resources (SSRI) il 145% e Silver Wheaton (SLW) il 124%.
La maggior parte degli esperti è ottimista sulle ulteriori prospettive dell’argento, ci sono tuttavia alcune voci contrarie. Citigroup, per esempio, ha avvertito la scorsa settimana che l’argento è diventato caro rispetto all’oro. La banca d’affari ha osservato che il rapporto oro/argento (gold/silver ratio) è calato significativamente rispetto ai massimi di marzo (Argento: La ratio con l’oro segnala il rischio di una correzione).
Anche Commerzbank è prudente. La banca tedesca ha indicato ieri in una nota che importazioni di argento della Cina sono scese continuamente negli ultimi mesi. Nel mese di agosto hanno ammontato a 251 tonnellate, in calo del 29% rispetto allo stesso mese del 2015. Gli analisti ritengono quindi probabile che il declino della domanda cinese possa impedire ulteriori apprezzamenti dell’argento.
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