I prezzi del petrolio registrano una ripresa all’inizio della settimana dopo che il ministro algerino dell’Energia ha dichiarato ieri che alla riunione informale dell’OPEC tutte le opzioni sono aperte su un taglio o su un congelamento della produzione. Il Brent e il WTI sono risaliti rispettivamente a $46,40 e a $45 barile.
L’OPEC terrà il prossimo 28 settembre, ai margini dell’IEF (International Energy Forum) di Algeri, una riunione informale per discutere su come stabilizzare il mercato petrolifero. Venerdì scorso i prezzi del petrolio erano crollati dopo che diverse fonti avevano segnalato che l’Arabia Saudita e l’Iran hanno fatto pochi progressi per superare le loro divergenze sulle condizioni di un possibile accordo.
“Non usciremo dalla nostra riunione a mani vuote”, ha assicurato Noureddine Bouterfa, il ministro dell’Energia dell’Algeria. “L’Arabia Saudita – ha aggiunto – è pronta a congelare la produzione ai livelli di gennaio”. Secondo Bouterfa la situazione sarebbe “molto più critica” che tre mesi fa. “Le condizioni sul mercato petrolifero sono peggiorate rispetto alla riunione di giugno, è quindi importante adottare velocemente misure per trovare una soluzione ad una situazione che non aiuta nessune Paese dell’OPEC”.
Bouterfa ha indicato che oltre all’Arabia Saudita, anche altri produttori hanno presentato delle proposte, senza fornire tuttavia dettagli. La stessa Algeria, ha osservato, vuole che l’OPEC tagli la sua produzione totale di 1 milione di barili al giorno. Bouterfa ha concluso indicando che le discussioni ad Algeri saranno informali ma possono essere convertite in una riunione straordinaria del cartello.
Un ruolo di primo piano lo giocherà la Russia. La produzione russa di greggio ha raggiunto lo scorso martedì il livello record di 11,75 milioni di barili al giorno. L’aumento dell’offerta da parte della Russia ha contribuito alla crescita dell’offerta a livello mondiale e, di conseguenza, a mantenere bassi i prezzi.
Secondo quanto riporta “Bloomberg” i russi aderiranno ad Algeri alle discussioni con l’OPEC su un congelamento della produzione solo dopo che i suoi membri avranno raggiunto un’intesa tra loro. Il ministro russo dell’Energia, Alexander Novak, ha dichiarato sempre ieri che la Russia non ha ricevuto proposte da altri produttori su un possibile taglio della produzione e che il fallimento di un accordo ad Algeri non sarebbe un fatto grave per il suo Paese.
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