Dopo aver chiuso ieri in forte rialzo, il prezzo del petrolio frena questa mattina. Il Brent perde al momento lo 0,3% a 47,77 al barile e il WTI lo 0,2% a $45,84 al barile.
L’Iran ha smorzato le aspettative di un accordo ad Algeri su un congelamento della produzione anche se altri membri dell’OPEC continuano a sperare ancora su misure che frenino l’elevata offerta di greggio.
I prezzi del petrolio si sono più che dimezzati dai livelli del 2014 a causa delle sovraccapacità nel settore. Ciò ha spinto l’OPEC e la Russia a cercare soluzioni per stabilizzare il mercato. Dall’inizio del 2016 l’idea predominante tra i produttori è stata quella di accordarsi su un congelamento dei livelli di produzione, nonostante molti analisti siano dell’opinione che una tale misura non ridurrebbe le forniture in eccesso.
Secondo quanto riportato la scorsa settimana dall’agenzia stampa Reuters l’Arabia Saudita avrebbe offerto di tagliare la sua produzione se l’Iran si impegnerà a mettere un tetto alla propria offerta. Si tratta di un importante cambiamento nella strategia di Riad che in precedenza si era rifiutata di discutere su tagli alla produzione.
Tuttavia il ministro iraniano del Petrolio Bijan Zanganeh ha dichiarato oggi che le aspettative vanno tenute basse. “Si tratta solo di consultazioni, non bisogna aspettarsi di più”, ha indicato prima di partire da Teheran per Algeri. “Le discussioni tra i membri dell’OPEC possono essere utilizzate per la riunione di novembre a Vienna”, ha aggiunto.
La produzione iraniana di greggio ha ammontato per tre mesi di fila a 3,6 milioni di barili al giorno. Teheran ha più volte ribadito di voler riportare la sua attività produttiva a più di 4 milioni di barili al giorno, ovvero ai livelli pre-sanzioni.
Altri Paesi sperano ancora che ci possa essere un accordo questa settimana. “Noi siamo per una decisione” ha dichiarato a Reuters Suhail bin Mohammed al-Mazroui, il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti. “Crediamo che un congelamento della produzione sarà d’aiuto se ci sarà un accordo, speriamo che tutti siano disposti ad accettarlo”.
Noureddine Bouterfa, il ministro algerino dell’Energia, ha affermato da parte sua che ogni membro dell’OPEC è consapevole che sul mercato sussiste un forte eccesso di offerta e che la situazione è peggiorata dall’ultima riunione di giugno. “È necessaria un’azione credibile e significativa per aiutare il mercato a tornare in equilibrio”, ha dichiarato al quotidiano algerino “Liberte”.
“Un punto fondamentale – ha spiegato Bouterfa – è che la produzione dell’OPEC dovrebbe essere riportata a livelli significativamente inferiori a quelli di agosto, secondo punto: gli sforzi vanno condivisi, terzo: ogni accordo deve essere limitato al tempo necessario per riassorbire le scorte, quarto: l’azione dovrebbe essere credibile per i mercati”.
I membri dell’OPEC si incontreranno oggi e domani, ai margini dell’IEF (International Energy Forum) di Algeri. Anche la Russia parteciperà al forum. Secondo “Bloomberg” i russi aderiranno però al vertice con l’OPEC su un congelamento della produzione solo dopo che i suoi membri avranno raggiunto un’intesa tra loro.
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