Il prezzo del petrolio ha ripiegato e riperso oggi quasi tutto il terreno guadagnato ieri. Il future sul WTI con scadenza novembre è sceso al NYMEX del 2,7% a $44,67 al barile. Il future sul Brent con scadenza novembre ha chiuso all’ICE in ribasso del 2,9% a $45,97 al barile.
Sia l’Iran che l’Arabia Saudita hanno smorzato le aspettative su un accordo per congelare la produzione alla riunione di Algeri. I membri dell’OPEC si incontreranno domani nella capitale algerina, ai margini dell’IEF (International Energy Forum).
Il ministro iraniano del Petrolio Bijan Zanganeh ha dichiarato che le discussioni di Algeri saranno solo consultazioni in vista del vertice ufficiale dell’OPEC in programma il prossimo 30 novembre a Vienna.
Sulla stessa linea il ministro saudita dell’Energia Khalid al-Falih, che ha sottolineato che la riunione di Algeri ha solo “una natura consultiva”. I mercati non si dovrebbero quindi attendere domani nessuna decisione concreta.
Le divergenze tra Iran e Arabia Saudita sono state finora il principale ostacolo ad un accordo su un congelamento della produzione. Ad aprile il vertice di Doha sul petrolio era fallito dopo che Teheran si era rifiutata – come richiesto da Riad – di partecipare ad un piano per stabilizzare il mercato. Il governo iraniano non vuole assolutamente rinunciare al suo obiettivo di riportare la produzione del Paese ai livelli pre-sanzioni.
Intanto Goldman Sachs ha tagliato oggi significativamente le sue stime sul prezzo del petrolio per il quarto trimestre. La banca d’affari statunitense si attende ora per gli ultimi tre mesi del 2016 un prezzo medio del WTI di 43 dollari al barile, contro i 50 dollari al barile previsti in precedenza.
Goldman Sachs indica in una nota che, indipendentemente da quello che succederà questa settimana alla riunione dei produttori ad Algeri, l’offerta di greggio continuerà a superare la domanda. “Anche se un possibile accordo potrebbe sostenere i prezzi nel breve termine, riteniamo che le minori interruzioni delle forniture e le posizioni speculative nette lunghe ancora relativamente alte facciano inclinare i rischi verso il ribasso nella parte finale dell’anno”.
Goldman Sachs osserva che alla luce dell’incertezza sugli equilibri futuri tra domanda e offerta, continua ad essere della convinzione “che i prezzi del petrolio debbano riflettere i fondamentali di breve termine, che sono più deboli, con un’enfasi minore sulla maggiore incertezza dei fondamentali di lungo termine”.
Goldman Sachs si attende che Paesi come il Kazakhstan, la Russia ed il Canada accelereranno la loro produzione. Gli analisti prevedono perciò ora che il surplus di offerta ammonterà nel quarto trimestre a 400.000 barili al giorno, a fronte dei 300.000 barili al giorno attesi precedentemente. Gli esperti hanno lasciato invece invariate le loro stime sulla crescita della domanda negli ultimi tre mesi del 2016 a 1,4 milioni di barili al giorno.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!