Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi per la quinta seduta di fila in ribasso. Il future con scadenza dicembre ha perso al Comex l’1,2% a 1.253 dollari l’oncia. Si tratta del più basso livello dallo scorso 7 giugno.
Le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione sono inaspettatamente calate la scorsa settimana negli USA di 5.000 unità. La media mobile delle ultime quattro settimane è scesa ai minimi dal dicembre del 1973. La notizia ha incrementato la fiducia degli investitori nella prima economia mondiale e l’aspettativa che la Fed alzerà i tassi prima della fine dell’anno.
Il dollaro si è di conseguenza apprezzato ulteriormente. Il Dollar Index è salito fino a 96,65 punti, ovvero ai massimi da due mesi. Visto che l’oro è denominato in dollari, un apprezzamento del biglietto verde lo penalizza perché lo rende meno attrattivo per gli investitori che posseggono altre divise.
L’attenzione dei mercati è ora tutta rivolta a domani, quando sarà pubblicato il rapporto sull’occupazione. Gli esperti si attendono che gli Stati Uniti abbiano creato a settembre 176.000 posti di lavoro. Un aumento dei nuovi occupati di oltre 180.000 unità farebbe aumentare significativamente le probabilità di un rialzo dei tassi già a novembre. In questo caso l’oro potrebbe ancora scendere perché il dollaro dovrebbe apprezzarsi ulteriormente. Al contrario, se i nuovi occupati dovessero essere inferiori a 170.000 unità, l’oro potrebbe registrare una forte ripresa perché il dollaro dovrebbe andare a picco. I mercati scontano infatti già che la Fed alzerà i tassi a dicembre.
Intanto il prezzo dell’oro è scivolato oggi sotto la media mobile a 200 giorni a circa $1.256 l’oncia. La violazione di questo importante livello segnala dal punto di vista tecnico un’ulteriore declino delle quotazioni. Secondo ABN Amro la caduta sotto la media mobile a 200 giorni significa la fine del trend rialzista dell’oro.
Altri analisti restano ottimisti sulle prospettive dell’oro. Per esempio Adam Koos, presidente di Libertas Wealth Management, ritiene che quotazioni tra $1.200 e $1.250 rappresentino una buona occasione d’acquisto. Solo una chiusura sotto $1.200 sarebbe da interpretare negativamente.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha perso oggi il 2% a $17,34 l’oncia, il palladio l’1,4% a $666,15 l’oncia, il rame lo 0,4% a $2,156 per libra e il platino l’1,1% a $966,30 l’oncia.
Il nuovo calo dei prezzi dei metalli preziosi ha pesato sui titoli dei produttori di oro e argento. L’indice Philadelphia Gold and Silver è sceso oggi del 2,9%. Tra i singoli titoli Barrick Gold (CA0679011084) ha perso il 2,1%, Newmont Mining (US6516391066) l’1,6% e Silver Wheaton (SLW) l’1,9%.
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