Settimana nera per la quotazione dell’argento. Il future con scadenza dicembre ha perso nelle ultime cinque sedute il 9,6% e chiuso venerdì al Comex a 17,38 dollari l’oncia. Si tratta del più basso livello da quattro mesi.
Gli investitori sono sempre più convinti che la Fed alzerà i tassi di interesse prima della fine dell’anno. Una stretta monetaria fa salire i rendimenti dei titoli di Stato, in questo modo scende l’attrattività dei metalli preziosi, che non pagano interessi.
Un rialzo dei tassi spinge inoltre il dollaro. Il Dollar Index, l’indice che misura il valore del biglietto verde in relazione al paniere delle altre principali valute, è salito la scorsa settimana ai massimi da due mesi. La forza del dollaro è un fattore negativo per le materie prime denominate in dollari, come l’argento, perché le rende più care per chi possiede altre divise.
Il crollo del prezzo dell’argento ha pesato significativamente sui titoli azionari dei produttori del metallo. Coeur Mining (CDE) ha perso la scorsa settimana il 7,4%, Pan American Silver (PAAS) il 12%, Silver Standard Resources (SSRI) il 12,9% e Silver Wheaton (SLW) il 16,5%.
Dal punto di vista tecnico, la quotazione dell’argento ha violato la scorsa settimana l’importante supporto a $18,50. In questo modo la situazione grafica è nettamente peggiorata. La correzione nel medio termine potrebbe continuare. Una caduta al di sotto di $17,10 confermerebbe il segnale ribassista. In seguito il prezzo dell’argento rischierebbe di scivolare fino ad area $16,00.
Ci troviamo tuttavia già in una situazione di ipervenduto e un reazione tecnica è possibile in ogni momento nel breve termine. Se la quotazione del metallo prezioso dovesse tornare al di sopra di $18,00 potrebbe risalire fino a $18,50. Solo un superamento di quest’ultimo livello migliorerebbe il quadro grafico.
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