Il prezzo del petrolio ha chiuso oggi in deciso rialzo. Il future sul WTI con scadenza novembre ha guadagnato al NYMEX il 3,1% a 51,35 dollari al barile. Si tratta dei massimi dal luglio del 2015. Il future sul Brent con scadenza dicembre ha guadagnato all’ICE il 2,3% a 53,14 dollari al barile. Era dalla fine dell’agosto del 2015 che il petrolio estratto nel Mare del Nord non chiudeva a tali livelli.
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che un congelamento o anche un taglio della produzione è probabilmente l’unica giusta decisione per preservare la stabilità del settore energetico. “La Russia è pronta ad aderire a misure comuni per frenare la produzione e chiede agli altri esportatori di partecipare”, ha detto, parlando al Congresso Mondiale dell’Energia di Istanbul.
L’OPEC ha raggiunto a fine settembre ad Algeri un accordo preliminare per tagliare la sua produzione di circa 700.000 barili al giorno a 32,5-33 milioni di barili al giorno. I dettagli del piano, incluse le quote con cui contribuiranno i singoli membri del cartello, saranno decisi alla riunione ufficiale in programma il prossimo 30 novembre a Vienna.
Il ministro saudita dell’Energia, Khalid al-Falih, si è detto ottimista su un accordo entro la fine del prossimo mese. Al-Falih ha osservato che molti produttori non-OPEC hanno espresso la loro volontà a cooperare e che incontrerà il suo omologo russo nei prossimi giorni. “Non è impensabile poter vedere il prezzo a 60 dollari entro la fine dell’anno”, ha spiegato.
Fiducioso anche Nouredine Bouterfa, il ministro algerino dell’Energia, che ha affermato di attendersi che i produttori non-OPEC si impegneranno nei prossimi giorni ad Istanbul a sostenere un taglio della produzione.
Tali commenti hanno incrementato la speculazione su ulteriori rialzi della quotazione del petrolio. Il greggio si è già apprezzato dai minimi di agosto di più del 30% e sempre più speculatori vogliono partecipare al rally. Dagli ultimi dati del Commitment Of Trades (COT) è emerso che le posizioni nette lunghe sul WTI sono aumentate sul mercato dei future, nella settimana conclusasi il 4 ottobre, ai massimi livelli da maggio.
Il forte aumento del prezzo del petrolio ha spinto i titoli petroliferi. L’indice settoriale NYSE Arca Oil Index è salito oggi dell’1,6%, mentre l’S&P 500 ha guadagnato solo lo 0,5%. Exxon Mobil (US30231G1022) e Chevron (US1667641005), i due maggiori gruppi petroliferi degli Stati Uniti, hanno guadagnato rispettivamente il 2% e l’1,7%.
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