Dopo una seduta di pausa il prezzo dell’oro ha ripreso oggi il suo trend negativo. Il future con scadenza dicembre ha perso al Comex lo 0,4% a 1.255,90 dollari l’oncia. Si è trattato del settimo ribasso nelle ultime otto sedute.
La pressione è oggi riaumentata su tutti i metalli a causa del nuovo apprezzamento del dollaro. Il Dollar Index è salito ai massimi da sette mesi spinto dalla crescente aspettativa che la Fed alzerà i tassi a dicembre. Se il dollaro si rafforza le materie prime denominate nella valuta statunitense diventano meno appetibili per chi possiede altre divise.
Contemporaneamente la prospettiva di una stretta monetaria negli Stati Uniti riduce la domanda per l’oro, che non paga interessi. Charles Evans, il presidente della Fed di Chicago, ha dichiarato oggi che l’economia statunitense si trova su solide basi e che un rialzo dei tassi a dicembre “potrebbe essere appropriato”.
Ciò nonostante TD Securities resta cautamente ottimista sulle prospettive del metallo giallo. “Visto che il recente declino dei prezzi è stato causato in gran parte dagli speculatori e da vendite tecniche, e considerando che un rialzo dei tassi rappresenterebbe una normalizzazione della politica monetaria piuttosto che una stretta, l’oro potrebbe tornare a 1.300 dollari”.
Saxo Bank non esclude una discesa fino a 1.200 dollari nel breve termine, ma ritiene che finché la quotazione dell’oro resta al di sopra di questo livello il mercato toro rimane intatto. La casa d’investimento ha indicato che gli investitori stanno approfittando dei bassi prezzi per acquistare. “Da quando è stata violata al ribasso quota 1.300 dollari le posizione negli ETP sull’oro sono cresciute di 13 tonnellate a 2.046,40 tonnellate, ovvero ai massimi livelli da tre anni”.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha perso oggi lo 0,9% a $17,51 l’oncia, il palladio il 3,1% a $648,15 l’oncia, il rame lo 0,6% a $2,186 per libra e il platino l’1,6% a $949,80 l’oncia.
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