Quotazione oro: ABN Amro e Natixis vedono nero per il futuro

Il trend rialzista dell’oro è finito. Lo afferma ABN Amro. La banca d’affari olandese indica in una nota pubblicata oggi che la quotazione del metallo giallo è scesa sotto la media mobile a 200 giorni a 1.260 dollari l’oncia. Il future con scadenza dicembre ha perso oggi al Comex lo 0,2% a 1.253,80 dollari l’oncia. Si è trattato dell’ottavo ribasso nelle ultime nove sedute.

ABN Amro ha tagliato le sue stime sul prezzo dell’oro per la fine del 2016 da $1.325 a $1.200 l’oncia e per la fine del 2017 da $1.450 a $1.150 l’oncia.

ABN Amro osserva di star seguendo l’esposizione degli speculatori nell’oro per determinare dove andranno i prezzi nel breve termine. Gli analisti avvertono che nonostante la liquidazione della scorsa settimana, che ha causato il calo delle quotazioni, le posizioni lunghe sul metallo prezioso restano a degli elevati livelli. Gli ultimi dati della Commodity Futures Trading Commission hanno evidenziato che le posizione nette corte sull’oro ammontano a 200.116 contratti, in calo di circa il 26% dai massimi storici toccati a luglio.

“Il calo dei prezzi dell’oro dallo scorso 27 settembre è stato il risultato della liquidazione di una posizione relativamente piccola”, spiega ABN Amro. “Se le posizioni sul mercato dei futures saranno liquidate al ritmo della media di lungo termine di circa 100.000 contratti, i prezzi scenderanno probabilmente ai livelli di inizio anno”, aggiungono gli esperti. “Crediamo che sia improbabile che gli investitori accumulino posizioni nel breve termine, il che significa che venderanno durante gli eventuali rimbalzi”.

Anche Natixis vede nero per l’oro. La casa d’investimento francese si attende per il prossimo anno un prezzo medio di $1.180 l’oncia e per il 2018 di $1.100 l’oncia. “Crediamo che il fattore più importante che influenzerà nei prossimi due anni il prezzo dell’oro sarà il ritmo del rialzo dei tassi negli Stati Uniti”, si legge in una nota. “Non ci aspettiamo inoltre altri tagli da parte della BCE oppure della Bank of Japan visto che danneggerebbero probabilmente i loro settori bancari, soprattutto in Europa”.

Gli economisti di Natixis prevedono che la Fed alzerà il prossimo anno i tassi tre volte di 25 punti base, a giugno, settembre e dicembre. Natixis osserva che i più elevati rendimenti dei bond non aumenteranno solamente i costi di opportunità dell’oro ma sosterranno anche il dollaro, causando un ulteriore vento contrario per il metallo prezioso.

In questo contesto Natixis consiglia agli investitori di tenere d’occhio gli ETP sull’oro visto che si attendono una ripresa dei deflussi. “Nonostante la domanda di oro da parte degli ETP fisici abbia fornito un sostegno sostanziale ai prezzi, ci aspettiamo che il trend si inverta e diventi per gli investitori una fonte di offerta del metallo”. Natixis aggiunge che agli attuali livelli le posizioni negli ETP fisici corrispondono a circa il 60% della produzione mineraria del 2015 e al 47% della produzione totale dello stesso anno. “Come abbiamo visto nel 2013 quando 850 tonnellate di oro uscirono dagli ETP fisici, l’impatto sui prezzi può essere molto negativo”.

Contrariamente a quanto accaduto nel mercato orso degli ultimi tre anni, Natixis non si attende che la domanda fisica da parte della Cina e dell’India sosterrà i prezzi dell’oro. Gli analisti ritengono che, visto che i prezzi non scenderanno drasticamente, ma lentamente e costantemente, l’interesse da parte degli investitori cinesi resterà contenuto. Per quanto riguarda l’India, gli esperti prevedono che le tariffe doganali del governo continueranno a frenare la domanda domestica.

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