Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi sostanzialmente stabile. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato al Comex solo 20 cent a 1.267,70 dollari l’oncia.
La seduta è stata povera di spunti. A frenare il prezzo dell’oro è stato il nuovo apprezzamento del dollaro. Il Dollar Index è salito oggi ai massimi da otto mesi. Se il dollaro si rafforza le materie prime denominate nella valuta statunitense diventano meno appetibili per chi possiede altre divise.
Durante l’intera settimana l’oro si è apprezzato dell’1%. L’incertezza relativa alle elezioni presidenziali statunitensi e alla tempistica del prossimo rialzo dei tassi da parte della Fed hanno incrementato l’interesse degli investitori per il metallo giallo.
A sostenere i prezzi durante la settimana è stata anche la domanda di oro dall’Asia, inclusa la Cina, l’India e gli ETF. “La domanda fisica di oro ha accelerato in Asia, in particolare in India, ciò ha contribuito a sostenere prezzi”, ha indicato Commerzbank.
Barclays ha osservato da parte sua che i flussi verso gli ETP sulle commodity sono continuati a settembre e che i metalli preziosi sono stati la principale “forza trainante”. La somma affluita lo scorso mese, pari a $1,7 miliardi, è stata modesta rispetto alla media mensile di quest’anno, pari a $3,9 miliardi. Barclays ha tuttavia evidenziato che gli ETP sulle commodity hanno registrato finora in ogni mese del 2016 un afflusso. “I metalli preziosi restano la forza trainante dietro gli afflussi negli ETP, contribuendo con $1,64 miliardi, mentre gli ETP legati agli altri settori hanno visto un afflusso di soli $0,1 miliardi”, si legge in una nota. “Alla fine di agosto – aggiunge Barclays – gli ETP sui metalli preziosi avevano registrato afflussi complessivi per $28,2 miliardi, più elevati di quelli visti in ogni intero anno passato”. Secondo la banca britannica, inoltre, l’attivo gestito (AuM) degli ETP sui metalli preziosi è salito alla fine di settembre a $114,3 miliardi, raggiungendo i più alti livelli dal maggio del 2013.
TDS Securities si attende che il prezzo dell’oro tornerà a 1.350 dollari ma non esclude che possa cadere dapprima sotto 1.200 dollari se i toni della Fed dovessero diventare più da “falco” di quanto accaduto di recente. “Dato che il prezzo dell’oro si trova nella zona di supporto tra 1.250 e 1.268 dollari e considerando le recenti liquidazioni di posizione lunghe, un interpretazione più da falco della politica monetaria della Fed potrebbe indurre i tecnici e gli speculatori ha realizzare i loro benefici, come già abbiamo visto in precedenza nel corso di questo mese”.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha perso oggi lo 0,3% a $17,49 l’oncia (+0,3% in settimana), il platino lo 0,3% a $932,30 l’oncia (-0,3% in settimana), il palladio l’1,9% a $620,75 l’oncia (-4,3% in settimana) e il rame meno di un cent a $2,089 per libra (-1% in settimana).
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