Dopo il tonfo di ieri i prezzi del petrolio hanno registrato oggi una ripresa. Il future sul WTI con scadenza dicembre ha guadagnato al NYMEX lo 0,1% a 50,85 dollari al barile. Durante l’intera settimana il greggio quotato a New York si è apprezzato dell’1%. Si tratta del quinto rialzo settimanale di fila. Il future sul Brent con scadenza dicembre ha guadagnato all’ICE lo 0,8% a 51,78 dollari al barile. Durante l’intera settimana il prezzo del greggio estratto nel Mare del Nord è sceso dello 0,3%.
L’aspettativa di un rallentamento dell’offerta sul mercato petrolifero è oggi riaumentata dopo che il ministro russo dell’Energia Alexander Novak ha ribadito la necessità di un’azine coordinata tra i maggiori produttori di petrolio per stabilizzare i prezzi. Novak si incontrerà durante il fine settimana con il suo collega saudita, Khalid Al-Falih, per illustrare “alcune proposte”. Novak non ha voluto fornire dettagli a proposito. Lunedì è inoltre previsto un incontro a Vienna tra il ministro russo e Mohammad Barkindo, il segretario dell’OPEC.
A frenare la quotazione del petrolio è stato oggi il nuovo apprezzamento del dollaro. Il Dollar Index è salito oggi ai massimi da otto mesi. Se il dollaro si rafforza le materie prime denominate nella valuta statunitense diventano meno appetibili per chi possiede altre divise.
Il WTI ha ridotto i suoi guadagni dopo che Baker Hughes (US0572241075) ha comunicato che il numero di impianti di trivellazione di greggio è aumentato negli Stati Uniti questa settimana di altre 11 unità a 443 unità. Si è trattato del sedicesimo aumento nelle ultime diciassette settimane. La notizia ha segnalato che l’aumento dei prezzi sta spingendo sempre più compagnie petrolifere statunitensi a riattivare le loro trivelle.
L’aumento dei prezzi del petrolio ha avuto un impatto positivo sui titoli petroliferi. L’indice settoriale NYSE Arca Oil Index è salito oggi dello 0,1% e durante l’intera settimana dell’1,2%.
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