Dopo tre sedute negative di fila i prezzi del petrolio sono tornati oggi a salire. Il future sul WTI con scadenza dicembre ha chiuso al NYMEX in rialzo dell’1,1% a 49,72 dollari al barile. Il future sul Brent con scadenza dicembre ha guadagnato all’ICE l’1% a 50,47 dollari al barile.
La speculazione su una possibile riduzione dell’offerta sul mercato petrolifero si è oggi riaccesa. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia stampa Reuters, l’Arabia Saudita e gli altri Paesi del Golfo membri dell’OPEC avrebbero detto alla Russia di essere disposti a tagliare i picchi di produzione del 4%. L’offerta sarebbe stata fatta domenica scorsa ad una riunione a porte chiuse tenutasi a Riad. Il ministro russo dell’Energia, Alexander Novak, avrebbe risposto che Mosca non vuole tagliare la sua produzione ma piuttosto congelarla agli attuali livelli.
Domani si terrà a Vienna una riunione “tecnica” dei membri dell’OPEC, mentre sabato ci sarà un incontro con i Paesi non-OPEC. Nei prossimi giorni potrebbero quindi arrivare importanti indicazioni su quello che potrebbe essere l’accordo finale che sarà preso al vertice ufficiale del cartello in programma alla fine di novembre.
Macquarie ritiene che ci sia il 60% di possibilità che i membri dell’OPEC raggiungano un’intesa. La banca d’affari australiana consiglia agli investitori di acquistare il petrolio nei momenti di debolezza, specialmente quanto il WTI quota sotto 50 dollari al barile. “L’OPEC è fortemente incentivato ad agire dopo l’accordo preliminare annunciato alla riunione di Algeri”, ha osservato in una nota. “Gli incentivi positivi includono il supporto del prezzo del petrolio e il ripristino della credibilità del cartello”.
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