Gli investitori si rifugiano nell’oro, FBI riapre indagini sulle mail di Clinton

Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi in rialzo. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato al Comex lo 0,6% a 1.276,80 dollari l’oncia. Si tratta del più alto livello dal 3 ottobre. Durante l’intera settimana l’oro si è apprezzato di circa lo 0,7%, registrando la terza performance settimana positiva di fila.

Il PIL degli Stati Uniti è cresciuto nel terzo trimestre del 2016 del 2,9%. Si è trattato della più forte crescita da due anni. Il dato ha pesato sul prezzo dell’oro perché ha alimentato l’aspettativa dei mercati che la Fed alzerà i tassi prima della fine dell’anno. Una stretta monetaria negli Stati Uniti è negativa per l’oro perché rafforza il dollaro e riduce i rischi di inflazione.

Più tardi il prezzo dell’oro è rimbalzato nel finale di seduta. L’FBI ha deciso di riaprire l’inchiesta sull’utilizzo di indirizzo e-mail e server privati da parte di Hillary Clinton quando era segretario di Stato. La notizia ha incrementato significativamente l’incertezza sull’esito delle elezioni presidenziali in programma tra dieci giorni. Gli investitori hanno ridotto la loro esposizione al rischio ed acquistato oro, il bene rifugio per eccellenza.

Il nuovo capitolo dell’Emailgate ha anche indebolito il dollaro, un altro fattore che ha contribuito a sostenere la quotazione del metallo giallo. Dopo aver raggiunto un massimo a 98,94 punti, il Dollar Index è precipitato fino a 98,24 punti. Un indebolimento del dollaro è positivo per l’oro perché lo rende meno caro per chi possiede altre valute.

Commerzbank ha intanto confermato oggi il suo ottimismo sulle prospettive del metallo prezioso. La banca d’affari tedesca prevede che il prezzo medio dell’oro si attesterà nel quarto trimestre a $1.250, per poi salire a $1.300 e a $1.350 nei primi due trimestri del 2017. Secondo gli analisti la debolezza delle quotazioni durante l’autunno sarebbe stata causata soprattutto dalle vendite da parte degli speculatori. Commerzbank vede il prezzo dell’oro a $1.450 entro la fine del prossimo anno.

“Se un rialzo dei tassi da parte della Fed in dicembre appare più probabile dopo le elezioni statunitensi, i prezzi registreranno probabilmente un ulteriore leggero calo”, si legge in una nota. “Non ci attendiamo un calo più pronunciato dell’oro perché le vendite da parte degli speculatori probabilmente freneranno e la domanda fisica indubbiamente accelererà con le quotazioni a livelli più bassi. Continuiamo perciò a prevedere che i prezzi dei metalli preziosi saliranno nel 2017”.

Tra gli altri principali metalli, l’argento ha guadagnato oggi lo 0,9% a $17,80 l’oncia (+1,7% in settimana), il platino l’1,7% a $981,40 l’oncia (+5,3% in settimana), il palladio lo 0,5% a $616,35 l’oncia (-0,7% in settimana) e il rame l’1,4% a $2,194 per libra (+5% in settimana).

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