Il prezzo dell’oro ha chiuso anche oggi in forte rialzo. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato al Comex l’1,6% a 1.308,20 dollari l’oncia. Era dal 3 ottobre che il prezzo dell’oro non chiudeva sopra quota 1.300 dollari.
Il metallo giallo ha beneficiato per il secondo giorno di fila della sua funzione di bene rifugio. Gli ultimi sondaggi indicano un potenziale testa a testa tra Donald Trump e Hillary Clinton alle elezioni presidenziali di martedì prossimo. L’aumento delle possibilità di vittoria del candidato repubblicano ha spinto gli investitori a ridurre la loro esposizione al rischio e a rifugiarsi nei porti sicuri, come l’oro.
Un eventuale vittoria di Trump condurrebbe ad un periodo di incertezza politica e economica e causerebbe probabilmente una fuga di capitali dagli Stati Uniti e dal dollaro. Secondo HSBC se il tycoon newyorkese dovesse diventare presidente il prezzo dell’oro potrebbe salire entro la fine dell’anno a 1.500 dollari (Prezzo oro: Se vince Trump balzerà a 1.500 dollari. Ecco perché).
I timori legati al voto presidenziale hanno inoltre pesato ancora sul dollaro, un altro fattore che ha avuto un impatto positivo sulla quotazione dell’oro. Il Dollar Index è sceso oggi fino a 97,18 punti, dai 97,74 punti di ieri. Se il biglietto verde si indebolisce le materie prime denominate nella valuta statunitense, come il metallo giallo, diventano più appetibili per chi possiede altre divise.
Nelle contrattazioni elettroniche il prezzo dell’oro ha ritracciato leggermente dopo la fine della riunione del comitato esecutivo della Fed. Nella consueta nota che accompagna le sue decisioni di politica monetaria l’istituto ha indicato che “le condizioni per un rialzo dei tassi hanno continuato a rafforzarsi”, lasciando aperta la porta per un intervento a dicembre. Ciò non ha tuttavia rappresentato una sorpresa per gli investitori.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha guadagnato oggi l’1,5% a $18,69 l’oncia, il platino lo 0,4% a $1.000,80 l’oncia, il palladio 40 centesimi a $634,50 l’oncia e il rame meno di un centesimo a $2,231 per libra.
Nonostante il nuovo rally dei prezzi dell’oro e dell’argento l’indice settoriale Philadelphia Gold and Silver ha perso l’1,8%. Tra i singoli titoli Barrick Gold (CA0679011084) ha perso l’1,5%, Newmont Mining (US6516391066) il 2%, Goldcorp (CA3809564097) l’1,2% e Coeur Mining (US1921081089) lo 0,3%.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!