Il crollo dei prezzi del petrolio aumenta la pressione sull’OPEC per superare le differenze al suo interno. Il Brent ed il WTI sono calati la scorsa settimana rispettivamente dell’8,3% e del 9,5%.
L’OPEC ha sempre meno tempo per raggiungere un accordo sui tagli alla produzione. Mancano infatti ormai solo tre settimane al vertice di Vienna del 30 novembre. Tuttavia le divergenze tra i suoi membri non sembrano ridursi. L’Iran e l’Iraq, in particolare, insistono per essere esentati dal piano volto a stabilizzare il mercato. Teheran vuole assolutamente riportare la sua attività produttiva ai livelli pre-sanzioni. Bagdad ha bisogno da parte sua degli introiti petroliferi per finanziare l’offensiva contro l’IS.
Secondo delle indiscrezioni riportate venerdì scorso dall’agenzia stampa Reuters, l’Arabia Saudita avrebbe nientemeno minacciato di aumentare la sua produzione se Teheran non contribuirà al piano per ridurre l’offerta. La notizia è stata però smentita dal segretario generale dell’OPEC, Mohammed Barkindo.
Se non arriveranno nei prossimi giorni segni di progressi i mercati diventeranno ancora più inquieti. D’altra parte i prezzi del petrolio sono già ipervenduti, eventuali dichiarazioni concilianti da parte dei membri dell’OPEC dovrebbero condurre ad un rimbalzo.
Gli investitori seguiranno nei prossimi giorni con particolare attenzione anche i dati relativi all’industria petrolifera degli Stati Uniti. Le scorte statunitensi di greggio hanno registrato nella settimana conclusasi il 28 ottobre un aumento record di 14,4 milioni di barili. La notizia ha incrementato il sentiment negativo nei confronti del petrolio. Un nuovo forte aumento delle scorte intensificherebbe i timori relativi alle sovraccapacità del settore statunitense, al contrario un loro significativo calo sarebbe importante per migliorare il sentiment di breve termine.
L’EIA (Energy Information Administration) annuncerà i suoi dati, come di consueto, mercoledì alle 16:30 (in Italia). Un giorno dopo, l’AIE, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, pubblicherà il suo rapporto mensile sull’industria petrolifera.
Venerdì, infine, sono in programma il rapporto mensile dell’OPEC ed i consueti dati settimanali di Baker Hughes (US0572241075) sugli impianti di trivellazione negli USA.
Intanto le scommesse rialziste sul petrolio sono calate significativamente ed hanno raggiunto i minimi da cinque settimana. È quanto emerge dall’ultimo rapporto della CFTC (Commodity Futures Trading Commission).
Nella settimana terminata il 1 novembre, gli investitori non commerciali, come gli hedge funds, hanno ridotto le posizioni nette lunghe sul WTI di 49.187 contratti a 354.399 contratti. Si tratta del più basso livello dal 27 settembre.
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