Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi per la quinta seduta di fila ribasso. Il future con scadenza dicembre ha perso al Comex il 3,3% a 1.224,30 dollari l’oncia. Si tratta del più basso livello da inizio luglio. Durante l’intera settimana il prezzo dell’oro è sceso del 6,2%, registrando la peggiore performance settimanale dal giugno del 2013.
Prima dell’esito delle elezioni presidenziali statunitensi c’era una sola certezza tra gli analisti, in caso di una vittoria di Donald Trump ci sarebbe stato un forte calo della tendenza al rischio sui mercati ed una fuga nei porti sicuri, come l’oro. HSBC prevedeva nientemeno che un’elezione del candidato repubblicano avrebbe spinto il metallo giallo a 1.500 dollari entro la fine dell’anno.
Invece è accaduto esattamente il contrario di quello che si attendeva la comunità finanziaria. Al posto di un rally causato dall’elezione di Trump, c’è stato un crollo del prezzo dell’oro. Vediamo ora perché.
Trump ha subito tranquillizzato i mercati. Nel suo primo discorso dopo il voto ha utilizzato toni moderati, abbandonando la sua aggressiva retorica. Trump ha ringraziato la sua avversaria, Hillary Clinton, “per il servizio che ha reso al Paese”, e ha affermato che “è arrivato il momento di lavorare insieme”. Il tycoon newyorkese non ha inoltre citato le promesse più controverse fatte durante la campagna elettorale ma si è concentrato quasi esclusivamente sul suo piano economico. Ha detto che costruirà autostrade, ponti, tunnel, aeroporti, scuole, ospedali. “Raddoppieremo la crescita”, ha affermato convinto.
Un altro punto importante è che i Repubblicani hanno conquistato anche la Camera ed il Senato. Trump potrà quindi realizzare i suoi programmi per stimolare l’economia, allo stesso tempo i mercati si attendono che il suo partito, che ha più volte espresso disappunto per alcune sue uscite e proposte, riuscirà a moderarlo.
Tra gli investitori si è quindi sviluppato un senso di grande ottimismo sul futuro dell’economia. Invece di calare la tendenza al rischio è fortemente aumentata.
L’aspettativa del lancio di un ampio programma di stimoli, ha acceso la speculazione su un aumento dei tassi. Il rendimento del Treasury a dieci anni, che il giorno prima del voto era pari all’1,83% è balzato fino al 2,15%. Visto che l’oro non paga alcun interesse, la crescita dei rendimenti riduce la sua appetibilità.
Anche il dollaro si è apprezzato significativamente dopo l’elezione di Trump. Il Dollar Index è salito oltre 99 punti, da circa 97,50 punti di lunedì. Se il dollaro si apprezza, le materie prime denominate nel biglietto verde, come l’oro, diventano meno appetibili per gli investitori.
Citigroup ha avvertito oggi in una nota che se i rendimenti dei Treasury dovessero ancora salire e se il dollaro dovesse rimanere forte sotto un’amministrazione Trump, il prezzo dell’oro potrebbe tendere verso il basso anche nel 2017.
Commerzbank è invece di altro avviso. Secondo la banca d’affari tedesca il calo del prezzo dell’oro sarebbe esagerato visto che con l’elezione di Trump le incertezze probabilmente aumenteranno piuttosto che diminuiranno.
Anche l’argento ha oggi sofferto. Il future con scadenza dicembre ha perso il 7,2% a $17,38 l’oncia (-5,4% in settimana). Il forte calo dei prezzi di oro e argento ha affossato i titoli dei produttori dei metalli preziosi. L’indice settoriale Philadelphia Gold and Silver ha perso oggi il 6,9% (-12,4% in settimana).
Tra gli altri principali metalli il platino ha perso oggi il 3,9% a $943,20 l’oncia (-6,1% in settimana), il palladio l’1,7% a $684,70 l’oncia (+9,6% in settimana) e il rame l’1,7% a $2,509 per libra (+10,8% in settimana). Il palladio ed il rame hanno beneficiato dell’aspettativa di un aumento della domanda a seguito delle politiche economiche di Trump.
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