Dopo sei sedute negative di fila il prezzo dell’oro ha chiuso oggi in leggero rialzo. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato al Comex lo 0,2% a 1.224,50 dollari l’oncia. Il dollaro ha oggi frenato, allo stesso le quotazioni dei Treasury hanno registrato una ripresa. Di conseguenza sull’oro è scattata qualche pressa di beneficio.
Il Dollar Index è sceso nel corso della giornata fino a 99,45 punti, dai 99,97 punti di ieri. Se il dollaro si indebolisce, le materie prime denominate nel biglietto verde, come l’oro, diventano più appetibili per gli investitori. Il rendimento del Treasury a dieci anni, che ieri aveva superato il 2,30%, è risceso sotto il 2,20%. Visto che l’oro non paga alcun interesse, il calo dei rendimenti dei titoli di Stato aumenta la sua appetibilità.
Il dollaro ed i rendimenti dei Treasury erano saliti durante i giorni significativamente sull’aspettativa che le politiche espansive promesse dal neopresidente Donald Trump spingeranno l’inflazione e condurranno ad un periodo di tassi più elevati negli Stati Uniti (l’ormai cosiddetta “Trumpflation”).
Natixis ha indicato in una nota che se il tycoon newyorkese dovesse veramente implementare il suo piano di investimenti nelle infrastrutture, allora il prezzo dell’oro si troverebbe ad affrontare importanti venti contrari nei prossimi due anni.
“Stimiamo che ci vorrà circa un anno, dopo l’ingresso alla Casa Bianca nel gennaio del 2017, prima che il nuovo presidente possa essere in grado di iniziare ad applicare il suo piano per le infrastrutture”, si legge in una nota. “Una volta che il piano avrà iniziato ad essere implementato, ci aspettiamo che le spese nelle infrastrutture saranno positive per l’economia per almeno un anno. Di conseguenza prevediamo che i prezzi dell’oro soffriranno una pressione ribassista nei prossimi due anni”.
Natixis osserva tuttavia che se l’aumento della spesa da parte di Trump non dovesse riuscire a migliorare l’economia statunitense, allora l’interesse degli investitori per l’oro potrebbe tornare. “Dopo questo periodo di due anni potremmo potenzialmente vedere l’inizio del fallimento di questa aggressiva politica fiscale e ciò potrebbe avere un forte impatto negativo sull’economia statunitense. In questo caso l’oro potrebbe beneficiare sensibilmente del ritorno della scarsa fiducia nell’economia degli Stati Uniti e di una valuta americana molto più debole”.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha guadagnato oggi lo 0,9% a $17,04 l’oncia, il platino lo 0,1% a $934,70 l’oncia e il palladio l’1,2% a $705,95 l’oncia. Il rame ha perso lo 0,6% a $2,505 per libra.
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