Il prezzo dell’argento è sceso significativamente nelle ultime due settimane. Il future è passato a New York da circa 18,50 a 16,65 dollari l’oncia. Si tratta di un calo del 10%. Nello stesso arco di tempo l’oro si è deprezzato del 7,5%.
A pesare sui metalli preziosi è stato il forte apprezzamento del dollaro. Il neo presidente Donald Trump ha promesso il lancio di importanti stimoli fiscali. Gli investitori si attendono inoltre che la Fed alzerà i tassi a dicembre. Per questi motivi il Dollar Index, l’indice che misura il valore del biglietto verde in relazione al paniere delle altre principali valute, è salito per dieci giorni di fila, toccando i massimi da quasi quattordici anni. La forza del dollaro è un fattore negativo per le materie prime denominate nella valuta statunitense, come i metalli preziosi, perché le rende più care per chi possiede altre divise.
Il recente andamento dei prezzi ha avuto come conseguenza un aumento del rapporto oro/argento (gold/silver ratio). Questo indicatore misura quante once d’argento sono necessarie per acquistare un’oncia d’oro. Un aumento del valore della ratio, riflette quindi una peggiore performance dell’argento rispetto all’oro. Il rapporto oro/argento è salito venerdì ai massimi da inizio luglio e segnala che il metallo grigio potrebbe essere ipervenduto.
Dal punto di vista tecnico, il prezzo dell’argento ha potuto difendere nell’ultima seduta il supporto a 16,50 dollari. Nel breve termine ci potrebbe essere ora una ripresa. Tuttavia il quadro grafico migliorerebbe solo con un superamento di 17,80 dollari. In questo caso ci sarebbe la possibilità in un ritorno a 19 dollari. Se il prezzo dell’argento dovesse violare il supporto a 16,50 dollari potrebbe precipitare fino a 15,85 dollari.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!