L’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti è un fattore negativo per il prezzo del petrolio. Lo afferma BofA Merrill Lynch in un report dedicato al settore energetico.
La banca d’affari statunitense indica tre motivi per cui i rischi ribassisti del prezzo petrolio sono aumentati nel breve-medio termine dopo la vittoria del candidato repubblicano.
La forza del dollaro
Secondo BofA Merrill Lynch il dollaro continuerà probabilmente a rafforzarsi. La forza del biglietto verde è un fattore negativo per il petrolio, che è denominato nella valuta statunitense, perché lo rende più caro per chi possiede altre divise.
I cambiamenti politici
Gli importanti cambiamenti politici negli Stati Uniti potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita della domanda di greggio nei mercati emergenti. Ciò potrebbe accadere attraverso due canali: tassi più elevati e riduzione del commercio.
L’aumento della produzione USA
I cambiamenti nella politica energetica potrebbero far scendere i costi di produzione e contribuire a “sbloccare” risorse energetiche per 50 bilioni di miliardi di dollari. La conseguenza potrebbe essere un aumento della produzione domestica di energia degli Stati Uniti nei prossimi due-tre anni.
“In definitiva, un’amministrazione Trump darà probabilmente priorità alla sicurezza dell’approvvigionamento di energia e all’accessibilità alle risorse invece che ai problemi ambientali. Ciò significa a nostro avviso più oleodotti, più perforazioni e più raffinerie negli Stati Uniti”, si legge nel rapporto.
Gli esperti indicano tuttavia che non tutto è così negativo per il prezzo del petrolio. Ci sono anche due potenziali fattori positivi: una maggiore pressione inflazionistica e un eventuale aumento dei rischi geopolitici.
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