Petrolio: L’Iraq coopererà con l’OPEC, ma che faranno Iran e Russia?

I prezzi del petrolio registrano una forte ripresa dopo che l’Iraq ha promesso di cooperare con l’OPEC affinché si raggiunga un accordo accettabile per tutti i suoi membri. Il future sul Brent con scadenza febbraio sale dell’1,5% a circa 49 dollari al barile. Il future sul WTI con scadenza gennaio guadagna al NYMEX l’1,4% a 46,70 dollari al barile.

Il ministro iracheno del Petrolio Jabbar al-Luaibi ha dichiarato oggi di essere ottimista che al vertice di Vienna, in programma mercoledì, l’OPEC riuscirà a raggiungere un’intesa. Durante le scorse settimane Bagdad aveva chiesto più volte di essere esentato dal piano volto a stabilizzare il mercato petrolifero perché in guerra contro l’IS.

L’OPEC ha raggiunto ad Algeri a fine settembre un accordo preliminare per limitare la sua produzione per la prima volta da otto anni. A due giorni dal vertice di Vienna, all’interno del cartello sussistono tuttavia divergenze sui contributi dei singoli Paesi. Per questo motivo l’Arabia Saudita ha fatto saltare una riunione con i produttori non-OPEC, prevista per oggi.

Se l’Iraq sembra aver ammorbidito la sua posizione, non è ancora chiaro cosa farà l’Iran. Teheran intende riportare la sua produzione ai livelli pre-sanzioni prima di studiare eventuali tagli. Sabato scorso il ministro iraniano del Petrolio, Bijan Zanganeh, si è detto d’altra parte ottimista su un accordo a Vienna dopo essersi incontrato con il suo omologo algerino Nouredine Boutarfa.

La proposta dell’Algeria prevede tagli di 1,1 milioni di barili al giorno per i membri OPEC e una riduzione di 600.000 barili al giorno per i Paesi che non fanno parte del cartello.

Secondo indiscrezioni di stampa Boutarfa ed il suo collega venezuelano Eulogio Del Pino saranno oggi a Mosca per discutere con i rappresentanti del governo russo. La Russia ha finora resistito alla richiesta dell’OPEC di partecipare ai tagli, indicando di essere solo disposta a congelare la sua produzione agli attuali livelli.

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