Il prezzo dell’oro ha chiuso oggi in leggero calo. Il future con scadenza febbraio ha perso al Comex lo 0,1% a 1.169,40 dollari l’oncia. Il prezzo dell’oro ha toccato un minimo a 1.162 dollari, ma ha poi recuperato dopo che il dollaro si è indebolito e i rendimenti dei Treasury hanno ritracciato dai massimi di seduta. Il metallo giallo è sceso a novembre del 7,9%. Si è trattato del più forte ribasso mensile dal giugno del 2013.
UBS ha indicato oggi che l’oro sembra “fragile” nel breve termine ed è probabile che resti sotto pressione prima della riunione del comitato esecutivo della Fed, in programma il 14 dicembre. La banca d’affari svizzera non esclude una discesa fino a 1.150 dollari.
“Tuttavia, dato che il mercato ha già reagito e le posizioni sono state ritoccate, crediamo che ogni ulteriore ribasso dagli attuali livelli sarà probabilmente più contenuto”, si legge in una nota. “Riteniamo che l’oro sia oro attrattivo e acquisteremmo in caso di un ulteriore debolezza, accumulando gradualmente una posizione di lungo termine. Poche settimane fa abbiamo fissato un target a tre mesi per l’oro a 1.300 dollari; anche se la recente pressione sul mercato faccia sembrare questo target ambizioso, continuiamo ad aspettarci che l’oro si rimetterà in marcia verso questo livello durante i prossimi mesi perché a nostro avviso, da un punto di vista strategico, il motivo per possedere oro non è cambiato”. Per l’intero 2017 gli esperti prevedono un prezzo medio di 1.350 dollari l’oncia.
UBS indica che il fattore chiave per l’oro sarà il livello dei tassi di interesse reali, ovvero il rendimento dei Treasury – tradizionalmente il titolo decennale – meno l’inflazione. “Uno scenario in cui i tassi nominali crescono rapidamente e anche l’inflazione/le aspettative di inflazione accelerano in modo tale che i tassi reali rimangono relativamente piatti oppure si comprimono, rimarrebbe di supporto per l’oro, specialmente se le incertezze macroeconomiche dovessero persistere”. Gli analisti aggiungono che anche una compressione dei tassi in un contesto di una politica monetaria accomodante oppure di uno scenario di avversione al rischio sarebbe positivo per l’oro.
UBS ammette d’altra parte che i rischi ribassisti per il suo scenario di base sono aumentati. In particolare, la discesa del prezzo dell’oro potrebbe accelerare se i tassi di interesse reali dovessero crescere in modo continuativo.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha guadagnato oggi lo 0,1% a $16,51 l’oncia, il platino lo 0,2% a $911,13 l’oncia e il rame lo 0,4% a $2,64 per libra. Il palladio ha perso il 2,7% a $751,70 l’oncia.
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