Petrolio, Goldman più ottimista su implementazione tagli, alza stime 2017

Goldman Sachs ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul prezzo del petrolio nel 2017. La banca d’affari statunitense indica in una nota di essere diventata più ottimista sull’implementazione dei tagli alla produzione, annunciati dai maggiori produttori per ridurre l’eccesso di offerta a livello globale.

Goldman Sachs ha alzato la stima sul prezzo del WTI per il secondo trimestre del 2017 da 55 a 57,5 dollari al barile. Gli analisti si attendono inoltre ora per il secondo semestre un prezzo medio di 55 dollari al barile, contro i 50 dollari al barile previsti precedentemente. La previsione sul prezzo medio nel primo trimestre è stata confermata a 55 dollari al barile.

Goldman Sachs osserva che dopo aver analizzato le prospettive delle entrate fiscali dell’Arabia Saudita prevede una conformità all’accordo tra l’OPEC ed i Paesi non OPEC pari all’84%. Ciò implica una riduzione della produzione a livello globale di 1,6 milioni di barili al giorno.

“In sostanza, la nostra analisi del saldo di bilancio dell’Arabia Saudita suggerisce che il regno ha un forte incentivo a tagliare la produzione per raggiungere una normalizzazione delle scorte, anche se richiede un taglio unilaterale più ampio, in linea con i commenti rilasciati lo scorso fine settimana dal suo ministro dell’energia”, si legge nella nota.

Sabato scorso il ministro saudita dell’Energia Khalid al-Falih aveva dichiarato che il suo Paese era pronto a ridurre la sua produzione al di sotto di 10 milioni di barili al giorno, dopo aver precedentemente acconsentito a portarla a 10,058 milioni di barili al giorno.

Per quanto riguarda il Brent la previsione è stata alzata da 56,5 dollari a 59 dollari al barile nel secondo trimestre. Per l’intero 2017, Goldman si attende ora un prezzo medio del Brent di 57,4 al barile, si tratta di un incremento di 3,4 dollari rispetto alla precedente stima.

Guardando più lontano nel futuro, Goldman è tuttavia più prudente perché si aspetta che la stabilizzazione dei prezzi attorno a 55-60 dollari al barile causerà una deflazione dei costi, un miglioramento della produttività ed un incremento degli investimenti nell’upstream. Gli esperti hanno perciò tagliato le loro stime sul prezzo del Brent nel 2019 da 63 a 58 dollari al barile, un livello ritenuto comunque adeguato per far sì che il mercato rimanga in equilibrio.

Il future sul Brent guadagna attualmente l’1,7% a 54,85 al barile. Il future sul WTI sale dell’1,5% a 51,70 al barile.

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