Dopo le forti perdite di ieri la quotazione dell’oro ha registrato oggi una ripresa. Il future con scadenza febbraio ha chiuso al Comex in rialzo dello 0,7% a 1.137,40 dollari l’oncia. Durante l’intera settimana il prezzo dell’oro è sceso del 2,1%. Si è trattato del sesto ribasso settimanale consecutivo.
Il rally del dollaro si è interrotto. Allo stesso tempo si sono arrestate le vendite sui bond statunitensi. Di conseguenza, sull’oro è scattata qualche ricopertura. Dopo aver superato per la prima volta dal dicembre del 2002 quota 103 punti, il Dollar Index è risceso fino a 102,62 punti. Un indebolimento del dollaro è positivo per l’oro, che è denominato nel biglietto verde, perché lo rende meno caro per chi possiede altre divise. Il rendimento del Treasury a dieci anni, che ieri era salito fino al 2,62%, è calato oggi al 2,55%. Dato che l’oro non paga interessi, un calo dei rendimenti migliora la sua appetibilità presso gli investitori.
Société Générale ha indicato in una nota di mantenere una valutazione complessivamente positiva sull’oro in vista delle prossime incertezze, da quelle politiche a quelle derivanti dal potenziale impatto degli stimoli fiscali sulla crescita e sull’inflazione e quindi sui tassi di interesse reali. Secondo la banca d’affari francese l’oro potrebbe ancora soffrire nel breve termine a causa delle vendite degli ETF e della debole domanda fisica. Gli analisti credono tuttavia che gli acquisti a prezzi scontati forniranno probabilmente supporto visto che l’oro offre diversificazione e protezione per il portafoglio.
Anche HSBC ritiene che il fondo per l’oro sia vicino. La banca britannica crede che sia improbabile che la pressione ribassista osservata mercoledì e giovedì continui, almeno non al ritmo attuale. Gli esperti hanno inoltre indicato che i potenziali fattori rialzisti per il metallo giallo, tra cui la domanda fisica da parte dei Paesi emergenti, le incertezze geopolitiche ed economiche e il potenziale ritracciamento dei mercati finanziari, sono stati ignorati oppure non si sono ancora materializzati.
Dopo il crollo di ieri anche l’argento ha recuperato terreno. Il future con scadenza marzo ha guadagnato l’1,6% a 16,22 dollari l’oncia. Durante l’intera settimana il metallo grigio ha perso il 4,6%. Nonostante la ripresa dei prezzi dell’oro e dell’argento i titoli dei produttori dei metalli preziosi sono stati anche oggi generalmente deboli. L’indice settoriale Philadelphia Gold & Silver ha perso lo 0,4%. Durante l’intera settimana il listino che contiene i maggiori produttori di oro e argento è sceso dell’8,3%.
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