Il prezzo del petrolio ha chiuso l’ultima seduta dell’anno in leggero ribasso. Il future sul Brent con scadenza marzo ha perso all’ICE lo 0,4% a 56,63 dollari al barile. Il future sul WTI con scadenza febbraio è sceso al NYMEX dello 0,1% a 53,72 al barile.
I volumi di scambio sono stati bassi prima del lungo fine settimana di Capodanno. I mercati globali del petrolio rimarranno lunedì chiusi. Baker Hughes (US0572241075) ha comunicato oggi che il numero di trivelle attive negli Stati Uniti per estrarre greggio è aumentato la scorsa settimana di 2 unità a 525 unità. Si tratta del nono aumento settimanale di fila. La notizia ha avuto solo un modesto impatto sui prezzi del petrolio.
Durante l’intero 2016 il Brent ed il WTI hanno guadagnato rispettivamente il 52% ed il 45%. Si tratta della migliore performance annua dal 2009. Tuttavia il 2016 è stato un anno drammatico per i prezzi del petrolio, i livelli di volatilità sono stati estremamente elevati. A gennaio le quotazioni di Brent e WTI sono precipitate sotto 30 dollari al barile, prima di iniziare una ripresa che ha fatto più che raddoppiare il loro valore.
Alla fine delle scorso mese i membri dell’OPEC hanno stretto un accordo per tagliare la produzione del cartello di 1,2 milioni di barili al giorno. I Paesi non OPEC, guidati dalla Russia, si sono successivamente impegnati a ridurre la loro capacità produttiva di 558.000 barili al giorno. Se il primo patto globale dal 2001 volto a riequilibrare il mercato petrolifero sarà implementato, è probabile che i prezzi del petrolio saliranno ancora.
Durante le scorse settimane alcuni membri dell’OPEC hanno ribadito l’impegno a ridurre la loro produzione. Molti operatori stanno attendendo però i dati dei primi mesi del 2017 per valutare se le promesse saranno veramente mantenute. In passato, i produttori non hanno spesso rispettato gli accordi, producendo più di quanto pattuito.
Goldman Sachs ha osservato in una recente nota di credere che questa volta gli impegni saranno in gran parte mantenuti. La banca d’affari prevede che il patto tra l’OPEC ed i Paesi non OPEC sarà implementato all’84%.
Il forte aumento dei prezzi del petrolio ha spinto i titoli petroliferi. Gli indici settoriali NYSE ARCA Oil e S&P Energy hanno guadagnato quest’anno rispettivamente il 18,2% e il 23,7%, contro il +9,5% registrato dall’S&P 500.
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