Il prezzo del petrolio ha iniziato il 2017 in progresso. Il mercato ha reagito positivamente alla notizia dei primi tagli alla produzione nel Kuwait, un importante membro dell’OPEC.
Dopo aver chiuso il 2016 a 56,63 dollari al barile, il future sul Brent con scadenza marzo sale attualmente dello 0,6% a 57,14 dollari al barile. Il future sul WTI con scadenza febbraio quota a 54,01 dollari al barile, in rialzo dello 0,5% rispetto ai 53,72 dollari al barile di venerdì. Ieri i contratti a termine non erano stati negoziati a causa della chiusura delle borse di Londra e New York.
Jamal Jaafer, il CEO della compagnia petrolifera Kuwait Oil Company (KOC), ha dichiarato che la produzione dell’Emirato è stata ridotta di 130.000 barili a circa 2,75 milioni di barili al giorno. Lo riporta il quotidiano “Al-Anba”.
L’OPEC ha raggiunto alla fine di novembre un accordo per fissare un tetto alla sua offerta a partire dal 1 gennaio di quest’anno. Successivamente anche i Paesi che non fanno parte del cartello, guidati dalla Russia, si sono impegnati a tagliare la loro attività produttiva. Se i patti saranno rispettati la produzione di greggio a livello globale scenderà nel primo semestre di quasi 1,8 milioni di barili al giorno.
Molti analisti si attendono che questa volta i produttori saranno più inclini che in passato ad implementare i tagli. Goldman Sachs, per esempio, prevede che l’accordo tra l’OPEC ed i Paesi non OPEC sarà implementato all’84%.
L’AIE, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, stima che se i tagli saranno realizzati al 100%, il mercato petrolifero globale registrerà nei primi sei mesi del 2017 un deficit di circa 600.000 barili al giorno.
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