Il prezzo del petrolio ha ritracciato da massimi dal luglio del 2015 a causa dell’apprezzamento del dollaro e dei persistenti dubbi sulla capacità dell’OPEC e dei suoi partner di riequilibrare il mercato.
Dopo i forti guadagni dello scorso anno, i future sul greggio hanno chiuso in rosso la prima seduta del 2017. I prezzi avevano in precedenza toccato i più alti livelli da 18 mesi alla notizia che il Kuwait e l’Oman hanno iniziato a tagliare la loro produzione. La quotazione del petrolio ha volto più tardi verso il basso perché la forza del dollaro ha ridotto la domanda degli investitori per le materie prime denominate nel biglietto verde.
Il greggio si apprezzato nel 2016 per la prima volta da tre anni dopo che l’OPEC ed altri 11 Paesi hanno stretto un patto per tagliare la produzione a partire dal 1 gennaio con l’obiettivo di ridurre le elevate scorte a livello globale. Tuttavia la Libia, che è stata esentata dai tagli del cartello, ha riattivato l’attività nel suo più grande giacimento. Il numero di trivelle attive negli Stati Uniti per estrarre greggio è aumentato inoltre la scorsa settimana ai più alti livelli da quasi 12 mesi. Una parte del mercato teme di conseguenza che gli sforzi dell’OPEC volti a stabilizzare i prezzi possano essere resi vani.
Il future sul Brent con scadenza marzo ha perso all’ICE il 2,4% a 55,47 dollari al barile. Nel corso della seduta il benchmark globale è salito fino a 58,37 dollari al barile, ovvero ai più alti livelli dal 15 luglio del 2015. Il future sul WTI con scadenza febbraio è sceso al NYMEX del 2,6% a 52,33 dollari al barile. Si è trattato del più forte declino dal 14 dicembre. Il WTI è salito oggi fino a 55,24 dollari al barile, ovvero ai massimi dal 6 luglio del 2015. I volumi di scambio sono stati superiori alla media. Ieri i contratti a termine non erano stati negoziati a causa della chiusura delle borse di Londra e New York. Il Brent ha chiuso oggi con un premio di 2,18 dollari sul WTI.
Il dollaro si apprezzato significativamente dopo i positivi dati macroeconomici pubblicati negli Stati Uniti. Il Dollar Index, l’indice che misura il valore del biglietto verde in relazione al paniere delle altre principali valute, è salito fino a 103,82 punti. Si tratta del più alto livello dal dicembre del 2002. La forza del dollaro è un fattore negativo per il valore del petrolio, che è denominato nella valuta americana, perché lo rende più caro per chi possiede altre divise.
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