La quotazione dell’oro continua a salire all’inizio del 2017. Il future con scadenza febbraio ha chiuso oggi al Comex in rialzo dello 0,3% a 1.165,20 dollari l’oncia. Si tratta del più alto livello dallo scorso 12 dicembre.
A meno di due settimane dall’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, molti investitori sono tornati a puntare sull’oro, il bene rifugio per eccellenza. Gli stimoli fiscali promessi dal presidente eletto potrebbe far aumentare la pressione inflazionistica negli Stati Uniti. Ciò, combinato con i crescenti prezzi del petrolio e con le politiche monetarie ancora molto accomodanti delle principali banche centrali, rischia di fare balzare l’inflazione a livello globale.
Il prezzo dell’oro ha beneficiato inoltre del forte indebolimento del dollaro. Il Dollar Index è sceso oggi fino a 102,39 punti, dai 103,21 punti della chiusura di ieri. Un dollaro più debole è un fattore positivo per l’oro, che è denominato nella valuta statunitense, perché lo rende meno caro per chi possiede altre divise.
Nelle contrattazioni elettroniche il future sull’oro ha esteso leggermente i suoi guadagni, dopo che le indicazioni arrivate dalle minute dell’ultima riunione del FOMC, il comitato esecutivo della Fed, sono state meno da “falco” del previsto.
Tra gli altri metalli preziosi, l’argento ha guadagnato oggi lo 0,9% a 16,55 dollari l’oncia, il platino lo 0,3% a 947,20 dollari l’oncia e il palladio il 4,1% a 736,50 dollari l’oncia.
L’aumento dei prezzi dell’oro e dell’argento ha spinto i produttori di metalli preziosi. L’indice settoriale Philadelphia Gold and Silver è salito oggi dell’1,7%. Tra i singoli titoli, Coeur Mining (US1921081089) ha guadagnato l’1,9%, Goldcorp (CA3809564097) l’1,5% e Newmont Mining (US6516391066) l’1%.
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