Il prezzo del petrolio ha chiuso oggi in moderato rialzo. Il future sul Brent con scadenza marzo ha guadagnato all’ICE lo 0,4% a 57,10 dollari al barile. Il future sul WTI con scadenza febbraio è salito al NYMEX dello 0,4% ai 53,99 dollari al barile. Durante l’intera settimana il Brent ed il WTI si sono apprezzati di circa lo 0,5%. Per i prezzi del petrolio si è trattato della quarta settimana positiva di fila.
La volatilità è stata oggi piuttosto elevata. Dal rapporto sull’occupazione sono arrivati segnali contrastanti. Gli Stati Uniti, il maggiore consumatore mondiale di greggio, hanno creato lo scorso mese meno posti di lavoro del previsto. Tuttavia, il dato di novembre è stato rivisto al rialzo. La crescita del salario orario medio, un indicatore dell’inflazione, ha inoltre accelerato.
A frenare il prezzo del petrolio è stato anche il rimbalzo del dollaro. Dopo le forti perdite di ieri, il Dollar Index è risalito oggi fino a 102,29 punti. Un apprezzamento del dollaro è negativo per il petrolio, che è denominato nel biglietto verde, perché lo rende più caro per chi possiede altre valute.
Il focus degli investitori resta altrimenti sui previsti tagli alla produzione. L’Arabia Saudita, il leader dell’OPEC, ha iniziato discussioni con i clienti a livello globale su una possibile riduzione delle forniture tra il 3% e il 7% a febbraio. Anche gli Emirati Arabi Uniti ed il Kuwait, due altri membri del cartello, hanno segnalato di star tagliando la loro attività produttiva in conformità con gli accordi.
Tuttavia ci sono ancora dubbi se gli sforzi dell’OPEC saranno sufficienti a riequilibrare il mercato. FEG, società di ricerca specializzata nel settore Oil & Gas, ha indicato in una nota che la produzione di Libia e Nigeria, che sono state esentate dai tagli, salirà probabilmente a gennaio rispettivamente di 700.000 e 1,7 milioni di barili al giorno. Gli esperti ritengono di conseguenza che la produzione totale dell’OPEC sarà questo mese vicina a 33,5 milioni di barili al giorno, piuttosto che al tetto ufficiale di 32,5 milioni al giorno.
Intanto l’attività nel settore petrolifero statunitense sta continuando a crescere. Baker Hughes (US0572241075) ha comunicato oggi che il numero di trivelle attive negli Stati Uniti per estrarre greggio è aumentato questa settimana di altre 4 unità a 529 unità. Si tratta del decimo aumento settimanale di fila. La ripresa della produzione americana potrebbe limitare l’impatto dei tagli effettuati dai membri dell’OPEC.
La prima settimana del 2017 è stata positiva anche per i titoli petroliferi a Wall Street. L’indice settoriale S&P Energy ha guadagnato nelle ultime quattro sedute, le borse statunitensi sono rimaste lunedì ferme, lo 0,6%.
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