Quotazione oro in rialzo, ma per Citigroup il trend non continuerà

La quotazione dell’oro ha chiuso oggi in netto rialzo. Il future con scadenza febbraio ha guadagnato al Comex l’1% a 1.184,90 dollari l’oncia. Si tratta del più alto livello dallo scorso 29 novembre.

L’incertezza relativa al ritmo della stretta monetaria ha indebolito il dollaro e frenato l’aumento dei rendimenti dei Treasury. Gli operatori hanno osservato che dopo il suo recente rally il biglietto verde sconta ormai quattro-cinque rialzi dei tassi, mentre è probabile che i rialzi saranno solo due o tre. Oggi Eric Rosengren, il presidente della Fed di Boston, ha dichiarato che le condizioni dell’economia richiederanno probabilmente rialzo dei Fed Funds “ancora graduale ma un po’ più regolare”. Dennis Lockhart, il presidente della Fed di Atlanta, ha da parte sua osservato che l’economia “sembra solida”, ma è probabile che cresca ad un ritmo moderato.

Il Dollar Index è sceso fino a 101,87 punti, dai 102,23 punti di venerdì. Un dollaro più debole è un fattore positivo nell’oro, che è denominato nella valuta statunitense, perché lo rende meno caro per chi possiede altre divise. Il rendimento del Treasury a dieci anni ha ritracciato al 2,37%, dopo aver toccato un massimo al 2,43%. Visto che l’oro non paga alcun interesse, un calo dei rendimenti aumenta la sua attrattività presso gli investitori.

Secondo Citigroup il recente apprezzamento del metallo giallo sarebbe stato dovuto alle ricoperture di posizioni corte e agli acquisti di investitori in cerca di buone opportunità. La banca d’affari non crede che il trend rialzista persisterà per tutto il primo trimestre. “Nonostante molti partecipanti al mercato abbiano probabilmente sentito nelle minute della riunione della Fed di dicembre un tono cauto e forse anche un po’ da colomba, riteniamo che la Fed sia stata chiara nell’affermare un corso più da falco”, si legge in una nota. Citigroup resta perciò ottimista sulle prospettive del dollaro, indicando che la valuta statunitense potrebbe anche beneficiare di una politica transfrontaliera di aggiustamento fiscale.

In questo contesto, Citigroup stima che la stabilizzazione dei tassi di interesse ed un dollaro meno forte possano sostenere il prezzo dell’oro in una fascia compresa tra 1.150 e 1.200 dollari nel breve termine prima che ricada in una fascia tra 1.100 e 1.140 dollari. Un tale percorso dei prezzi sarebbe a detta degli analisti più probabile che uno sprint oltre 1.200 dollari.

Tra gli altri principali metalli, l’argento ha guadagnato oggi l’1% a $16,68 l’oncia e il platino l’1,2% a $982,60 l’oncia. Il palladio ha perso lo 0,2% a $757,15 l’oncia e il rame lo 0,3% a $2,539 per libra.

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