L’OPEC deve far fronte ai crescenti venti contrari causati dall’aumento della produzione da parte dei rivali. Lo afferma l’AIE, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, nel suo ultimo rapporto mensile. Si tratta solo dell’ultimo avvertimento che gli sforzi dell’OPEC volti a stabilizzare il prezzo del petrolio potrebbero ritorcersi contro lo stesso cartello.
Lo scorso 30 novembre l’OPEC ha raggiunto un accordo per tagliare la sua produzione di 1,2 milioni barili al giorno, ovvero di quasi il 4%, con l’obiettivo di riequilibrare il mercato petrolifero globale. Successivamente, il 10 dicembre, 11 Paesi non OPEC, inclusa la Russia, si sono impegnati a ridurre la loro attività produttiva di complessivi 558.000 barili al giorno.
Nel suo report per dicembre, l’AIE avverte però che altri produttori stanno “tappando il buco”, dopo che il recente aumento dei prezzi ha reso gli investimenti nei loro giacimenti più vantaggiosi. L’organizzazione con sede a Parigi ha alzato perciò le sue stime sulla crescita della produzione non OPEC nel 2017 di 175.000 barili al giorno a 380.000 barili al giorno.
La revisione è stata dovuta soprattutto all’attività produttiva negli Stati Uniti, che l’AIE vede crescere di 170.000 barili al giorno nel 2017. Il settore petrolifero americano è diventato più efficiente dopo il periodo di bassi prezzi. “Non ci sono dubbi che l’industria statunitense degli scisti è uscita più dinamica e sana dal mondo in cui vivevamo un anno fa con il greggio a 30 dollari al barile”, ha osservato l’AIE.
Ieri già la stessa OPEC aveva alzato le sue stime sulla produzione statunitense di petrolio nel 2017 di 230.000 barili al giorno. Ma l’AIE ha indicato che anche alcuni progetti di lungo termine che entreranno in funzione in Brasile e Canada comporteranno un aumento complessivo di 415.000 barili al giorno durante l’anno in corso.
La notizia è arrivata dopo che la produzione di petrolio dell’OPEC è calata a dicembre e potrebbe calare ulteriormente questo mese se i previsti tagli saranno implementati. L’AIE stima che la produzione del cartello sia calata lo scorso mese di 320.000 barili al giorno dal livello record di 33,09 milioni di barili al giorno grazie alla minore attività in Arabia Saudita e alle interruzioni delle forniture avvenute in Nigeria. La stessa OPEC ha detto ieri che la sua produzione è scesa lo scorso mese di 221.000 barili al giorno.
L’AIE ha spiegato che “le prime indicazioni suggeriscono che potrebbe essere in atto una riduzione più forte da parte dell’OPEC a gennaio, perché l’Arabia Saudita ed i suoi vicini stanno forzando i tagli”. Secondo gli esperti, “se l’OPEC e i Paesi non OPEC implementeranno strettamente i loro accordi, le scorte a livello globale inizieranno a scendere nella prima metà di quest’anno”.
L’AIE ha alzato le sue stime sulla crescita della domanda globale di petrolio nel 2016 di 110.000 barili al giorno a 1,5 milioni di barili al giorno. La crescita della domanda globale di petrolio aveva raggiunto 1,8 milioni di barili al giorno nel 2015, il livello più alto da cinque anni. Per quest’anno l’AIE prevede una crescita di 1,3 milioni di barili al giorno.
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