
La domanda per i beni rifugio resta bassa a causa del rally di Trump. Il dollaro si è inoltre apprezzato significativamente.
La quotazione dell’oro ha chiuso oggi per la terza seduta di fila in discesa. Il future sul metallo giallo con scadenza febbraio ha perso al Comex lo 0,7% a 1.189,80 dollari l’oncia. Si tratta del più basso livello dal 10 gennaio.

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La positiva tendenza del mercato azionario statunitense ha ridotto l’interesse degli investitori per i beni rifugio, come l’oro. Il Dow Jones, che ieri aveva superato per la prima volta nella sua storia quota 20.000 punti, è salito oggi ulteriormente.
A pesare sul prezzo dell’oro è stato inoltre il significativo apprezzamento del dollaro. Il Dollar Index è salito oggi fino a 100,73 punti, dai 99,92 punti della chiusura di ieri. Un dollaro più forte è un fattore negativo per l’oro, che è denominato nel biglietto verde, perché lo rende più caro per chi possiede altre divise.
Gli operatori hanno osservato che finché dura il rally di Trump, le prospettive dell’oro restano negative. Le cose potrebbero cambiare se l’inflazione dovesse iniziare ad accelerare e, punto fondamentale, dovesse salire più dei tassi di interesse. In questo caso l’oro tornerebbe ad essere più attrattivo.
Tra gli altri principali metalli, l'argento ha perso lo 0,8% a $16,85 l’oncia, il palladio l’1,6% a $724,45 l’oncia e il rame l’1,4% a $2,67 per libra. Il platino è rimasto invariato a $981,70 l’oncia.