Il prezzo del petrolio ha chiuso oggi in netto ribasso. Il future sul Brent con scadenza marzo ha perso all’ICE l’1,3% a 55,52 dollari al barile. Il future sul WTI con scadenza marzo è sceso al NYMEX dell’1,1% a 53,17 dollari al barile. Per il prezzo del petrolio si è trattato della peggiore seduta dal 18 gennaio. Tuttavia, durante l’intera settimana, il Brent ed il WTI hanno perso solamente lo 0,1%.
Baker Hughes (US0572241075) ha comunicato oggi che il numero di trivelle attive per estrarre greggio è aumentato negli Stati Uniti questa settimana di altre 15 unità a 566 unità, ovvero ai massimi livelli dal novembre del 2015. La notizia ha incrementato i dubbi degli investitori relativi alla capacità dell’OPEC di riequilibrare il mercato petrolifero mondiale.
Dai minimi da sette anni toccati lo scorso maggio 27, le trivelle sono aumentate in 31 delle ultime 35 settimane per complessive 250 unità. Molti analisti si attendono che le compagnie energetiche statunitensi aumenteranno i loro investimenti e pomperanno ancora più greggio dai giacimenti di scisto ora che le quotazioni si sono stabilizzate al di sopra di 50 dollari al barile.
Sui prezzi del petrolio ha pesato oggi anche l’apprezzamento del dollaro. Il Dollar Index è salito oggi fino a 100,82 punti, dai 100,53 punti di ieri. Un dollaro più forte è un fattore negativo per il petrolio, che è denominato nel biglietto verde, perché lo rende più caro per chi possiede altre divise.
Il deprezzamento del petrolio ha penalizzato i titoli petroliferi a Wall Street. L’indice settoriale S&P 500 Energy ha perso lo 0,9 %, contro il -0,1% dell’S&P 500. Chevron (US1667641005), il secondo maggiore produttore statunitense di greggio, ha perso il 2,4% dopo aver annunciato una deludente trimestrale.
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