Dopo quattro sedute negative di fila la quotazione dell’oro ha registrato oggi una ripresa. Il future sul metallo giallo con scadenza aprile ha chiuso al Comex in rialzo dello 0,4% a 1.196 dollari l’oncia.
L’oro ha beneficiato oggi della sua qualità di bene rifugio. La tendenza al rischio è scesa sui mercati dopo che Donald Trump ha deciso di vietare l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana e di imporre severi limiti all’accesso dei rifugiati. La misura ha suscitato indignazione nel mondo ed è stata criticata da molti governi.
A sostenere l’oro sono stati inoltre i timori legati all’incremento delle pressioni inflazionistiche. Il PCE (Personal Consumption Expenditure), uno degli indicatori più seguiti dalla Federal Reserve per monitorare l’inflazione, è aumento a dicembre negli Stati Uniti dell’1,6%. Si è trattato del più forte aumento dal settembre del 2014. L’oro è considerato uno dei principali strumenti di copertura dell’inflazione e sale di norma nei periodi in cui i prezzi al consumo tendono verso l’alto.
Nonostante il prezzo dell’oro abbia registrato dall’inizio dell’anno un’ottima performance, Societe Generale è pessimista sulle sue ulteriori prospettive. In una nota pubblicata venerdì, la banca d’affari francese ha tagliato le sue stime sul prezzo medio del metallo prezioso nel 2017 da 1.275 a 1.150 dollari l’oncia.
Societe Generale osserva che l’oro si è apprezzato finora a gennaio del 4,2%, superando nettamente la sua performance media per il mese degli ultimi quindici anni. “Nonostante il prezzo dell’oro potrebbe continuare a beneficiare di tanto in tanto dell’incertezza causata dalla presidenza di Donald Trump, della Brexit e delle elezioni in alcuni Paesi europei, è troppo presto per i mercati di rinunciare alla scommessa di uno scenario di reflazione dovuto alla Trumponomics”.
Secondo Societe Generale, inoltre, il rally di gennaio starebbe “perdendo slancio” e per un rimbalzo più sostenuto “dovremo attendere fino alla fine di quest’anno”.
Gli analisti si attendono che a frenare il prezzo dell’oro saranno un più aggressivo rialzo dei tassi da parte della Fed, la forza del dollaro la contenuta domanda fisica da parte dei mercati emergenti e delle banche centrali.
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