L’OPEC ha tagliato la sua produzione di petrolio più di quanto previsto dalla maggior parte degli analisti. È quanto emerge dall’ultimo rapporto mensile del cartello, pubblicato oggi. La produzione dell’OPEC è calata a gennaio, rispetto a dicembre, di 890.000 barili a circa 32,1 milioni di barili al giorno.
Tuttavia, la Libia e la Nigeria, che sono state esentate dai tagli, hanno incrementato la loro attività produttiva lo scorso mese, cosicché la produzione dei membri partecipanti all’accordo volto a riequilibrare il mercato petrolifero è scesa a gennaio di 1,032 milioni di barili a 29,913 milioni di barili al giorno.
Il maggior contributo lo ha fornito l’Arabia Saudita con un taglio di 496.200 barili al giorno a gennaio. Anche Emirati Arabi Uniti, Iraq e Kuwait hanno effettuato tagli significativi, rispettivamente di 159.300, 165.700 e 141.200 barili al giorno.
Al vertice di Vienna dello scorso 30 novembre i membri dell’OPEC si sono accordati per ridurre la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno a 32,5 milioni di barili al giorno. Successivamente anche i Paesi non OPEC si sono impegnati a tagliare la loro produzione di 558.000 barili al giorno a partire dal 1 gennaio.
L’obiettivo di un aumento delle quotazioni del greggio è stato già raggiunto. Il prezzo di riferimento del barile OPEC si è attestato a gennaio a 52,40 dollari, ovvero ai massimi livelli da un anno e mezzo.
L’OPEC ha alzato nel suo ultimo rapporto le stime sulla domanda globale di petrolio nel 2017 di 35.000 barili a 95,8 milioni di barili al giorno.
Il prezzo del petrolio è attualmente in calo. Il future sul Brent con scadenza aprile perde al momento l’1% a 56,16 dollari al barile. Il future sul WTI scende dello 0,8% a 53,42 dollari al barile.
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