La quotazione dell’oro ha chiuso oggi in deciso calo. Il future sul metallo giallo con scadenza aprile ha perso al Comex l’1,4% a 1.232,90 dollari l’oncia. Per l’oro si è trattato della peggior seduta dall’inizio del 2017.
A pesare sul prezzo del metallo giallo sono stati l’aumento del dollaro e dei rendimenti dei Treasury. Sempre più investitori scommettono su un’azione della Fed nella riunione di metà marzo. Lael Brainard, membro del board dell’istituto, ha affermato ieri che un rialzo dei tassi “è appropriato a breve”.
In precedenza già altri banchieri centrali avevano inviato chiari segnali da “falco”. William Dudley, il presidente della Fed di New York, aveva dichiarato martedì che le condizioni per una stretta monetaria sono diventate “molto più persuasive”. John Williams, il presidente della Fed di San Francisco, aveva detto nello stesso giorno di non vedere “alcuna necessità di rinviare” il rialzo dei tassi.
I futures sui Fed Funds implicano ora quasi l’80% di probabilità di un intervento nella riunione di questo mese, contro circa il 65% nella giornata di ieri.
La crescente aspettativa di un rialzo dei tassi a marzo ha spinto oggi il Dollar Index ai massimi da quasi due mesi. Un dollaro più forte è un fattore negativo per l’oro, che è denominato nel biglietto verde, perché lo rende più caro per chi possiede altre valute.
Allo stesso tempo il rendimento del Treasury a dieci anni è balzato al 2,50%, dal 2,45% di ieri. Visto che l’oro non paga interessi, un aumento dei rendimenti lo rende meno attrattivo presso gli investitori.
Anche gli altri principali metalli hanno chiuso oggi in forte ribasso. L’argento ha perso il 4% a $17,75 l’oncia, il palladio l’1,2% a $769,75 l’oncia, il rame l’1,7% a $2,791 per libra e il platino il 2,9% a $989,90 l’oncia.
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