La quotazione dell’oro ha chiuso oggi per la sesta seduta di fila in ribasso. Il future sul metallo giallo con scadenza aprile ha perso al Comex lo 0,8% a 1.216,10 dollari l’oncia. Si tratta del più basso livello da circa cinque settimane.
Sul prezzo dell’oro ha continuato a pesare l’aspettativa che la Fed alzerà i tassi la prossima settimana. Le ultime indicazioni arrivate dagli esponenti dell’istituto sono state chiaramente da “falco”. La stessa governatrice, Janet Yellen, ha indicato venerdì scorso che se occupazione e inflazione evolveranno in linea con le aspettative, “un ulteriore aggiustamento del tasso dei Federal Funds sarebbe probabilmente appropriato”.
Gli investitori nell’oro attendono perciò con tensione i dati sul mercato del lavoro, in programma venerdì. Solo una sorpresa negativa sembra poter far desistere la Fed ad alzare i tassi nella riunione del 14 e del 15 marzo.
Una stretta monetaria è negativa per l’oro perché tende a far salire il dollaro ed i rendimenti dei Treasury. Il Dollar Index ha toccato oggi un massimo a 101,91 punti, dai 101,70 punti di ieri. Visto che l’oro è denominato nel dollaro, un apprezzamento del biglietto verde lo rende più caro per chi possiede altre valute. Il rendimento del Treasury a dieci anni è salito oggi fino al 2,52%. L’oro non paga interessi, un aumento dei rendimenti ha perciò come conseguenza che diventa meno attrattivo presso gli investitori.
Tra gli altri principali metalli, l’argento ha perso oggi l’1,3% a $17,53 l’oncia, il rame l’1,3% a $2,619 per libra e il platino l’1,8% a $961,10 l’oncia. Il palladio ha guadagnato lo 0,2% a $775 l’oncia.
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