Il prezzo del petrolio è crollato oggi ai minimi da tre mesi. Il future sul Brent con scadenza maggio ha perso il 5% a 53,13 dollari al barile. Il future sul WTI con scadenza aprile è sceso del 5,4% a 50,28 dollari al barile. Per il petrolio quotato a New York si è trattato del più forte ribasso da 13 mesi.
I timori legati alla crescente offerta negli Stati Uniti sono oggi drammaticamente aumentati. L’EIA (Energy Information Administration) ha comunicato oggi che le scorte di greggio sono aumentate la scorsa settimana negli USA di 8,2 milioni di barili a 528,4 milioni di barili. Si tratta di un nuovo record storico. Le scorte statunitensi di greggio erano aumentate già nelle otto settimane precedenti.
Il recente rally del prezzo del petrolio si è basato sull’aspettativa che il patto stretto tra i membri dell’OPEC condurrà ad un riequilibrio del mercato. Nonostante il cartello abbia già tagliato la sua produzione di circa 1 milione di barili al giorno, non c’è stato finora alcun impatto sulle scorte statunitensi. Sempre più investitori temono di conseguenza che, anche se l’OPEC dovesse pienamente implementare l’accordo raggiunto a Vienna a fine novembre, non riuscirà a raggiungere il suo obiettivo di una significativa riduzione dell’offerta a livello globale.
A contribuire al crollo del prezzo del petrolio è stato anche il nuovo apprezzamento del dollaro. Il Dollar Index è salito oggi fino a 102,19 punti, dai 101,82 punti di ieri. Un dollaro più forte è negativo per il petrolio, che è denominato nel biglietto verde, perché lo rende più caro per chi possiede altre divise.
Il crollo della quotazione del petrolio ha penalizzato il settore petrolifero. L’indice S&P Energy ha perso il 2,5%, contro il -0,2% registrato dell’S&P 500. Exxon Mobil (US30231G1022) ha perso l’1,8%, Chevron (US1667641005) il 2% e ConocoPhillips (US20825C1045) il 3,8%.
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