Sul comparto delle materie prime continua a prevalere una discreta volatilità, e pressioni al ribasso sembrano interessare tutte le commodity energetiche. Tuttavia, il petrolio sta cercando il recupero, beneficiando almeno in parte dell’impatto positivo delle interruzioni dell’offerta in Libia e della riduzione delle forniture di molti Paesi OPEC: di contro, bisogna registrare ancora una volta il rialzo record delle scorte USA, con gli Stati Uniti che hanno ripreso le attività di trivellazione con buon ritmo non appena il livello del greggio è tornato su soglie di convenienza.
Passando comunque alle notizie che hanno avuto impatto positivo, ricordiamo come la produzione in Libia sia scesa di oltre 250 mila barili al giorno durante questa settimana, con l’output dei giacimenti occidentali di Sharara e Wafa che appare essere bloccato da dimostranti armati. L’OPEC intanto fatica a frenare il mercato perché le scorte globali sono intorno ai massimi storici: i dati forniti dall’EIA evidenziano un incremento delle riserve settimanali di greggio, negli Stati Uniti, di 867 mila barili, al record di quasi 534 milioni barili.
In tale contesto, le valutazioni rimangono ancora improntate al cauto ottimismo. Tuttavia, per poter consolidare i recuperi del petrolio sarà necessario trovare un accordo di estensione dei tagli OPEC almeno a tutto il secondo semestre 2017.
Per quanto concerne il Forex, l’euro è stato pressato al ribasso dai dati sull’inflazione tedesca, che contribuiscono a ridurre le aspettative di un riposizionamento più restrittivo della Banca Centrale Europea. Un altro elemento che ha contribuito a generare pressioni al ribasso è rappresentato dalla finale del PIL USA del quarto trimestre, che è stato visto leggermente al rialzo a 2,1 punti percentuali dal 2,0 per cento della precedente lettura: un dato che supporta l’azione restrittiva della Fed e che sicuramente finirà al centro dei dibattiti dei membri del FOMC.
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